Lettere - Le Radio di Sophie - Letters

Lettere, commenti, segnalazioni

Come nelle riviste e nei settimanali, questa pagina è aperta ai contributi dei lettori: lettere, considerazioni, curiosità, piccoli racconti, ricordi, poesie, scansioni da vecchi documenti, insomma materiale anche non tecnico ma che sia in tema con questo sito. Verranno pubblicate anche le e-mail ritenute di interesse generale, previa richiesta di autorizzazione al mittente. Manda i tuoi contributi (doc, pdf, txt, immagini, link) a Leonardo.


  • Da Anton Limena, a proposito delle tasse sulla Radio:
    "In questi giorni ho riparato per un amico una Telefunken T32 del 1953, radio economica della serie "del Giubileo" Telefunken 1903-1953. Mi hanno incuriosito i talloncini tipo francobollo applicati sulle valvole Rimlock: nonostante fossero passati 7 anni dalla nascita della Repubblica, presentano ancora lo stemma dei Savoia ed i fasci littori, corretti con una sovrastampa a malapena visibile; evidentemente per motivi di risparmio utilizzavano i vecchi talloncini, cosa che non mi pare sia accaduta con i francobolli.

    Mi sono allora ricordato della tassa sulle valvole della radio di mia nonna (una Phonola del 1934):


    Ho cercato informazioni su queste tasse e ho trovato questo interessante articolo del Sig. Ciardiello su Radiomuseum:

    https://www.radiomuseum.org/forum/panoramica_dei_costruttori_italiani_di_tubi_elettronici.html

    che è dedicato ai costruttori italiani ma che presenta anche alcune immagini di tasse radio. Certo al tempo erano assai detestate, sarebbe un po' come se al giorno d'oggi venisse applicata una tassa specifica per gli smartphone (potrebbe essere un'idea per il governo :-).
    Sarebbe ipotizzabile lanciare ai lettori del sito la richiesta di spedire le immagini dei vari piombi, talloncini e decalcomanie che nel tempo hanno contrassegnato l'avvenuto pagamento della tassa? o qualcuno l'ha già fatto e conosce qualche articolo o pubblicazione che esamina nel dettaglio l'argomento?
    Grazie e cordiali saluti
    A. Limena - Ospedaletto Euganeo (PD) (02/11/2023)

  • Ancora A. Limena, a proposito di radio "impiombate" per chi non pagava le tasse governative:

    https://elettronialtramonto.forumfree.it/?t=70501863

    c'è l'immagine del sistema di blocco utilizzato, da installare al posto della convertitrice e da piombare. Il Regio Decreto che regolava il tutto si può trovare qui, e con le successive modifiche intervenute è ancora vigente (!)

    REGIO DECRETO-LEGGE 23 ottobre 1925, n. 1917 - Normattiva

    Un ricevitore a cristallo era tassato in ragione di 10 lire (del 1925, significa poco più di 8 €), come da art. 15 del R.D; "ogni valvola termoionica anche se rigenerata, L. 6." I condensatori variabili pure erano tassati con 6 lire. Chissà se questo giustificava nelle serie economiche degli anni '50 l'utilizzo di induttanze variabili, apparentemente non tassate.

    Interessante anche l'art. 20 (in materia di accertamento dell'evasione del canone):
    La presenza dell'aereo o di dispositivi, connessioni atti a sostituire l'aereo stesso, ed anche la presenza di linee interne necessarie per il funzionamento di apparecchi radioelettrici, costituisce prova sufficiente per l'uso di detti apparecchi.
    Quindi anche il tappo-luce era causa di sanzione... eh, quando si tratta di tasse...
    (02/11/23)


  • Da Anton Limena, a proposito di sicurezza:
    "Ho acquistato una radio inglese Ecko A.21 e una americana Pilot Model 125; già aprendo il pannello posteriore di quest'ultima in fiera avevo visto che c'era un piccolo pannello in amianto vicino alla resistenza di caduta, ma solo a casa ho visto che tutto il duomo della radio è rivestito con cartone di amianto (più di 5 decimetri quadri...) poco coerente.  Sto ora provvedendo all'incapsulamento (il vecchio proprietario della radio non si era minimamente reso conto del problema); ho visto che sul Vs. sito ci sono alcune indicazioni sul da farsi, ma se interessa una breve monografia in materia posso corredarla di foto e spedirvela; conterrà anche precise indicazioni su come proteggersi durante il lavoro e su come operare in sicurezza per non inalare fibre. Di mestiere, oltre che tecnico competente in acustica, faccio il tecnico della prevenzione negli ambienti di lavoro, per cui conosco abbastanza il problema.
    "Dopo aver letto il Vs. articolo sulla sicurezza, a proposito del rischio di scoppio ricordo quanto segue:
    - Gli occhiali da vista in genere non danno una protezione adeguata; se lo scoppio è violento possono frantumarsi, infatti posso citare questo case history: anni '80, Istituto di Fisica terrestre di Padova: un ingegnere ha tentato di dissaldare una pila al litio dentro un magnetometro a protoni; la pila surriscaldata -c'era scritto sopra "DO NOT HEAT"...- è esplosa e, come ho poi personalmente constatato, ha completamente distrutto il magnetometro (un magnifico strumento con indicatore digitale a nixie della Varian), ha crivellato il muro -sembrava fosse esplosa una bomba a frammentazione- ed ha crepato gli occhiali del malcapitato ingegnere, danneggiandogli gli occhi (per fortuna non in modo irreversibile, in quanto si è subito lavato per rimuovere la soluzione alcalina; il suo collaboratore invece, temendo per ignoranza di far peggio, non si è lavato ed ha avuto danni a lungo termine agli occhi). La pila era una litio primaria AA size.
    - Meglio dunque usare occhiali a norma EN166F che sono più avvolgenti degli occhiali da vista o meglio ancora (se il rischio è elevato come nel caso descritto) EN166B + schermo facciale EN166.
    - Se si ha assoluta necessità degli occhiali da vista, esistono occhiali di sicurezza sovrapponibili a quelli da vista o al limite si userà il solo schermo facciale EN166, in policarbonato.
    "

    (abbiamo provveduto ad aggiornare la pagina della sicurezza col link all'articolo sull'amianto. 22/09/2023)



  • Da Damiano Cirielli, questa volta una segnalazione riguardante il suono elettronico:
    vi vorrei segnalare un articolo che forse non conoscete (sul sito non ricordo di averlo mai visto) http://www.suonoelettronico.com/ondemartenot_03.htm
    Si tratta della descrizione, in tono altisonante tipico dell'epoca, di un'evoluzione del Theremin. Di Theremin si è sempre molto parlato, credo che questo Martenot possa interessare i lettori; già solo per le 'lampade triode'! Cordiali saluti Buone feste a tutto lo staff del sito.
    (Damiano Cirielli, IU1NCR 22/12/2022)

  • Da Damiano Cirielli, ancora a proposito della dismissione delle Onde Medie in Italia:
    Vi scrivo una lettera a proposito della dismissione delle radio in onde medie da parte della RAI, avvenuta esattamente un mese fa, perchè credo di avere qualcosa di interessante da aggiungere a quanto è stato già detto da lei e da altri lettori. (è un po' lunghetta, ma la pubblichiamo per intero per i tanti spunti di riflessione)

A dire il vero avevo intenzione di scrivervi già due anni fa, a seguito di una chiacchierata molto interessante quanto spiacevole per i radio appassionati. Era tarda primavera, uno dei tanti mercoledì sera quando gli iscritti all'ARI Piemonte si incontrano nella sede della sezione di Torino. Un radioamatore mi faceva notare che una delle tante torri che sovrastano il colle dell'Eremo, visibili dalla città, era stata 'tirata giù'. Io ci ero stato giusto una settimana prima, e le torri c'erano tutte: avevo la prova, avevo fatto una foto a quella parata di torri, da una prospettiva più vicina (foto 1). Ero andato infatti a fare un giro in mountain bike al Faro della vittoria, il punto più alto delle colline vicino Torino, e, giacchè ero salito così in alto, ne ho approfittato per fare visita a quelle antenne, che da molti anni avevo guardato solo da lontano. Non è dato sapersi quale frequenza trasmettesse l'antenna di quella torre, ma di certo abbiamo potuto capire quale antenna avessero eliminato: anche lui aveva fatto una foto, la mattina stessa, così abbiamo potuto confrontare le nostre due. A casa avevo una radiolina senza marca, molto simile alla Kosmophon RM52; provo ad accenderla, ma non avevo nessuna differenza da notare. Raramente infatti riuscivo a ricevere la stazione di Volpiano, e, quando ci riuscivo, era talmente disturbata che a stento si riusciva a capire che ci si stava sintonizzando su una stazione. Altro che "Torino Volpiano 50 kW" come recitava la tabella delle stazioni radio nazionali ed internazionali che trasmettono in lingua italiana. Se erano 50 mW, erano pure tanti! Comnque, da allora, ricevere quella stazione era diventato più difficile. Su questo sito (ma maggiormente su altri) leggevo di persone che erano riuscite a ricevere questa o quell'altra stazione italiana... Quando ero in Puglia, 10 anni fa, non ricevevo niente, e quando ero a Torino, men che meno. Neanche adoperando radio a transistor o a circuiti integrati, più moderne della mia Kosmopon. Insomma, per me l'AM ha sempre significato onde corte, perchè in onde corte si possono ricevere le stazioni internazionali che trasmettono in spagnolo, francese o tedesco, ed ogni tanto, 'per disgrazia', anche in italiano. Oppure, un'altra cosa che si riceveva molto bene, soprattutto in Puglia (e non voglio essere politicamente scorretto) erano le solite "lagne" provenienti forse dal Nord Africa o da qualche altro "paese esotico". Insomma, quando ascoltavo la radio in AM, lo facevo per passione, non perchè volevo veramente ascoltare la radio. E, quant'anche fossi riuscito a sentire della musica, c'erano comunque tante interferenze, quindi non la si poteva ascoltare davvero. E, se per caso (sempre 'per disgrazia') riuscivo a ricevere una stazione bella potente, comunque era sempre puntualmente accompagnata da qualche fischio/ronzio/brusio di sottofondo, che, dopo qualche decina di minuti, iniziava a mutilare le orecchie. Tanto che mi sono sempre chiesto: ma come facevano ad ascoltare la radio, prima dell'avvento dell'FM? Evidentemente perchè non c'erano alternative migliori, e la gente non sapeva cosa si stesse perdendo, appunto perchè non c'era ancora niente da perdere.

Recentemente mi sono trasferito in Inghilterra, sull'isola di Wight, per ragioni di lavoro. Qui la radio è una cosa seria; l'RSGB rilascia ancora licenze separate, e molti radioamatori usano il CW. Ma anche i non radioamatori hanno molto da ascoltare. Usando la famosa chiavetta RTL-SDR, abbinata ad una semplice antenna a stilo, sono riuscito a ricevere molte stazioni, una delle quali, Absolute Radio, è una classica radio rock-pop. Una radio che puoi veramente ascoltare, insomma. Ed il segnale è pure bello forte, praticamente privo di disturbi. La ragione per la quale vi scrivo solo ora è perchè ho appena comprato una radio Bush TR82 (foto 2, foto 3 e foto 4). Purtroppo non l'originale, ma un'originale imitazione, a circuiti integrati e con l'FM. Con questa radio ho ascoltato a lungo Absolute Radio, con un suono bello corposo, potente, e privo di disturbi. La qualità dell'audio è sorprendente, oserei dire paragonabile a quella dell'FM. Certo un po' privo di acuti, ed anche un po' chiuso, come se ci fosse un pezzo di cartone davanti alle casse. Il parlato, però, è eccellente. Scusate se descrivo con così tanto dettaglio la ricezione di una radio in onde medie, ma tutta la pappardella che ho scritto prima era per far capire che, chi ha 30 anni o poco più, non ha mai conosciuto davvero le onde medie. Ho realizzato per la prima volta cosa potesse significare vivere negli anni d'oro della radio, quando in onde medie si poteva ricevere ciò che attualmente si riceve in FM. Qui le onde medie si usano ancora, ed hanno ancora motivo di esistere. Condivido appieno che la tecnologia delle trasmissioni AM è da considerarsi obsoleta, ma la banda è sempre la banda, e costa. E allora, perchè non usarla tutta? perchè non usare il DRM? o magari, altri standard digitali... (Damiano Cirielli, IU1NCR 12/10/2022)


  • Da Massimo Lombardo, a proposito della dismissione delle Onde Medie:
    Ho letto con interesse il suo articolo su "le Radio di Sophie" riguardo lo spegnimento delle trasmissioni in Om, e vorrei esprimerle alcune mie opinioni. Il mondo non finisce a occidente, e in effetti in tutto il resto del globo  le OM e le OC vengono utilizzate tutt'ora per mantenere un collegamento con i propri cittadini e per diffondere programmi di informazione musica e cultura spesso di alto livello  e con grandi ascolti. Lei potrebbe obiettarmi che esistono i canali internet, ma c'è un problema non da poco: quello della libertà e della versatilità delle trasmissioni analogiche via radio. Qualsiasi canale di tipo digitale via web, può essere controllato, "suddiviso in aree di ascolto " e all'occorrenza spento da chi detiene il potere. In caso di calamità gravi, le uniche linee di comunicazione e di coordinamento che continuano a funzionare sono quelle radiofoniche, mentre la rete cellulare e internet sono le prime a crollare.Questo sta a significare che in caso di calamità sarebbe molto utile mantenere un canale in "bassa tecnologia" per comunicare con la popolazione e per coordinare i soccorsi (le comunicazioni satellitari non sono così diffuse). Tutt'oggi grazie ai sistemi radio in om e oc molti dissidenti riescono ad aggirare regimi autoritari e a "esportare" le loro idee e proteste.Io personalmente, ho ascoltato trasmissioni di radio dissidenti cinesi e coreane, in una di queste ultime, tecnici locali insegnavano agli ascoltatori come costruire radio artigianali (cosa impossibile nel caso di canali digitali. Ritengo che il progresso non vada fermato, ma non vorrei mai che in nome del progresso si compisse un abuso come quello di distruggere un  mezzo libero da vincoli e difficilmente controllabile ma soprattutto fondamentalmente utile. In ogni caso non mi disferò mai dei miei apparecchi in "bassa tecnologia" , e questa mia convinzione ultimamente si è rafforzata,vista la facilità con cui sul web si censurano le opinioni diverse dal pensiero corrente. Detto questo me ne farò una ragione e continuerò ad ascoltare le radio broadcasting straniere, dalla Cina, la Romania, Africa, taiwan, turchia, grecia, dalla stessa inghilterra che ha ripristinato il canale OM e Oc della BBC, in fondo quando c'è da distruggere la bellezza e la cultura il nostro paese è sempre in prima linea, non vedo perchè in questo caso dovremmo essere diversi. Ringraziandola per il suo interessante articolo , le porgo cordiali saluti. Massimo Lombardo (23/09/22)

  • Da Carlo la Perna, a proposito della dismissione delle Onde Medie:
    Carissimo Leonardo, ho letto con interesse e piacere le tue considerazioni riguardanti la dismissione delle trasmissioni in AM. Quello che tu scrivi lo condivido in pieno; quanti ricordi. Partendo dalla locomotiva a vapore si potrebbe fare un infinito elenco delle tecnologie considerate miracolose al loro esordio e divenute obsolete negli anni successivi, soppiantate dai nuovi ritrovati ovviamente destinati a fare la stessa fine trascorso un tempo più o meno lungo. Le trasmissioni in AM hanno seguito il medesimo iter e se poi aggiungiamo il consumo energetico di cui necessitavano in un periodo particolare come quello odierno, ogni commento è superfluo. Però a questo punto faccio un'osservazione. Per rimanere in tema ferroviario, quando organizzano un treno storico viene usata la locomotiva a vapore. Ha un fascino e un'eleganza ineguagliabili, certo non può competere con un Frecciarossa, ma non si possono demolire tutte le locomotive a vapore perchè diventate obsolete. Bisogna avere rispetto per la storia e per chi quelle cose le ha inventate. Se non avessero inventato il triodo credo che oggi non avremmo il transistor o il circuito integrato. Se Marconi non avesse inventato la radio oggi non avremmo i telefoni cellulari. Le tecnologie più avanzate di cui disponiamo oggi sono il frutto del miglioramento di qualcosa ora considerata obsoleta che qualcuno aveva precedentemente inventato. Pensiamo alle auto d'epoca, inquinanti e insicure rispetto a quelle attuali, in alcune città ne è vietata la circolazione. Eppure tanti appassionati mettono cuore ed anima per mantenerle efficienti preservando un valore storico e dando grande spettacolo ai raduni. La radio non fa eccezione, a me viene male pensare alla distruzione del centro trasmissioni di Budrio, un affronto al grande Guglielmo Marconi. In un altro stato credo non sarebbe successo. Giusto sostituire la tecnologia obsoleta ma è a mio avviso doveroso preservare la memoria storica, in modo che le generazioni future non abbiano a vedere i tralicci solo in fotografia, sopratutto se si tratta di quelli voluti dallo stesso Marconi. Qualcuno obietterà che tutto questo ha un costo, che il denaro potrebbe essere meglio impiegato, ecc. E qui si entrerebbe in un dibattito senza fine. Prima di concludere voglio però raccontarti quanto lessi tempo fa in un sito di ferroamatori. Nel 1976 si concluse in Italia l'epoca delle locomotive trifase che furono quasi tutte demolite salvo pochi esemplari destinati ai musei. Purtroppo la locomotiva trifase italiana per funzionare necessita di una tensione ed una frequenza particolari ottenute da apposite centrali elettriche e cabine di trasformazione con convertitori di frequenza rotanti. Un appassionato scrisse sul sito che si sarebbe potuto mantenere in Italia, a testimonianza di un glorioso passato, una linea secondaria con queste locomotive ed ovviamente i completi impianti per farle funzionare. Sarebbe stata una bella cosa dal punto di vista tecnico, io purtroppo le macchine trifase le ho viste solo nei musei e su internet e mi spiace che non potrò mai vederle correre. L'idea di questo ferroamatore sarebbe sicuramente stata la gioia di  molti appassionati, ma anche qui sorge la solita domanda: chi paga? Sicuramente la gestione ed il mantenimento delle vecchie tecnologie hanno costi in alcuni casi proibitivi e non vi sarebbe modo di rientrare nelle spese. Che fare allora? Affidarsi all'iniziativa del privato? Questo andrebbe bene in casi limitati, ad esempio l'appassionato di auto d'epoca che cura il suo gioiello, il ferroamatore che, fortunato lui,  può permettersi di mantenere in efficienza una macchina a vapore. Ma chi potrebbe prendere in gestione un impianto di trasmissione in AM? La nuova tecnologia è bella, ma ricordiamoci che può essere triste la nostalgia per quella vecchia che non tornerà più ed alla quale siamo legati da mille ricordi. (17/09/22)


All'interno del secondo ci sono solo poche parole. Ma le immagini non ne hanno bisogno. Si tratta di tubi fino alla data del 1946 più i loro diversi dati e circuiti di sostituzione. Inoltre tanti schemi di circuiti di Volksempfänger e altre radio. E anche il "Nora Koffer".
http://www.marsobserver.de/roehren/roehren46.html
Nel caso ci sia qualcosa di utile all'interno dei siti, allora sentitevi liberi di usare tutto il contenuto nel modo in cui si adatta al vostro sito :)


(abbiamo tradotto noi il messaggio dall'inglese) Ringraziamo Arno per la condivisione (23/01/2022)


  • Da Giuliano Garofalo: Mi fa piacere dirvi di aver rimesso perfettamente in funzione il TV Allocchio Bacchini 17US36 del quale gentilmente mi forniste lo schema e che, poi, avete inserito nel CD del Videolibro. Ho riavvolto a mano, con ordine e pazienza infinita, il primario del trafo di riga sostituendo l'avvolgimento a nido d'ape (impossibile da replicare dopo 5 tentativi sfumati con la bobinatrice di Luciano Loria da me realizzata) con avvolgimento a strati lineari sovrapposti tramite interposizione fra gli strati di teflon isolante e bagno di lacca isolante di ciascuno strato, ed il secondario eat con una ciambella universale che all'epoca si usavano. Adesso il TV, con decoder DVB-T2 e modulatore RF nascosti al suo interno, fa bella mostra funzionante di sè sull'altrettanto funzionante fonocarrello di famiglia Radio Allocchio Bacchini Radialba 629 nel salone della nostra casa. In allegato invio alcune foto relative alla riparazione, il word della scheda di riparazione che insieme allo schema ed ai componenti sostituiti, ho ricoverato all'interno del TV, una foto con monoscopio durante la messa a punto (raster scaricato da internet su una pen drive e visibile attraverso la porta USB di un decoder ed un vecchio VHS utilizzato come modulatore) e foto del TV insieme alla cugina Radialba 629 che è in famiglia dal 1950. Aggiungo anche un breve video di Astaire e Rogers realizzato durante la riparazione. Sono felice di averlo riparato, salvandolo dall'isola ecologica di Verbania oltre 10 anni fa dove era in un raccoglitore insieme a Sony, LG, Philips, Mivar ed altri TV rottamati per l'avvento del digitale terrestre: mi stringeva il cuore, era il più bello di tutti e chiesi la cortesia di poterlo recuperare ed avere. Ha atteso tanto, che io andassi in pensione per potermi dedicare a lui con la passione e la pazienza che merita, è un degno rappresentante di un'epoca che non esiste più e, credetemi, quando lo metto in funzione mi fa tornare bambino e mi fa sentire intorno persone che non ci sono più ed a cui voglio un mondo di bene. (Facciamo i complimenti a Giuliano e pubblichiamo di seguito alcune delle foto che documentano l'operazione, oltre al video dimostrativo - 18/03/21)
           

  • Da Angelo Guzzo: In questi giorni di riposo assoluto mi sono interessato sul ripristino del fatidico interruttore a slitta dell'alimentatore Voxon che quasi la maggior parte presentano il suddetto rotto o mancante e con il classico ponticello. Come si vede nella seconda foto è mancante della linguetta di contatto e con un rettangolo di banda stagnata ricavata da un classico bidoncino di olio d'oliva (se no non funziona) e praticando un foro possibilmente rettangolare con l'aiuto di un pinza a becchi quadrati. Come vedasi nella foto, ancora abbastanza rudimentale ,non eliminare le sbavature che con le pinze andremo a ribadirle sul piolino mobile.Aggiungiamo anche una bobinetta di filo rigido inserita appunto su quest'ultima e saldandola per dare un po' di rigidità come da foto A questo punto possiamo dissaldare il classico ponticello dai contatti. Certamente la soluzione che propongo è abbastanza rustica,ma una volta chiusa la placchetta dell'alimentatore va bene anche così. (fare clic sulle immagini per vedere bene la sequenza - 28/05/20)

             

  • Da Angelo Guzzo: In questi giorni dalla noia più totale e dopo aver rassettato 40 volte il mio piccolo laboratorio escogito la seguente: Le valvole nel loro scatolino sono in qualche modo preservate da rotture, ma non lo scatolo stesso. Specialmente per coloro che fanno anche mercatini ,vuoi perché sono fragili e invecchiati ma nel continuo apri e chiudi inevitabilmente il coperchietto si stacca. Un po' di scotch e via, ma per alcune piu belle, antiche, rare ho operato come segue. Con una taglierina effettuo in taglio sui lembi (vedi foto), operazione abbastanza facile dato che il cartoncino è fatto da diversi strati. Sui lati staccati inserisco una strisciolina di cartoncino sottile con un po' di colla. Gli scatolini si presenteranno meglio che con lo scotch. (20/04/20)

  • Da Mario Giamboni: Invio schema per eseguire un impianto antenna che migliora notevolmente la ricezione radio delle Onde Medie. Serve anche di giorno per stazioni con forte emissione come RAI radio 1, anche qui da noi (Ticino Svizzera). Funziona benissimo e talvolta per la saturazione di notte occorre interporre un potenziometro (da 100 Ohm p.es.).  Se necessario posso fare uno schizzo migliore. Per "antenna" si intende un filo di acciaio anche isolato, da 2-3 mm. Aggiungendo una bobina a spire come indicato, migliora ancora, però per lunghezze d'onda più basse 100-400 metri. (frequenze + alte). (25/03/20)



  • A proposito della galleria dei Freaks recentemente inaugurata, ci scrive Marco Gilardetti: "...la tua nuova pagina "Freaks Gallery" mi ha dato lo spunto per alcuni ragionamenti. Premesso che anch'io contribuirò ad arricchirla con foto di un paio di pezzi veramente degni di nota che mi sono capitati tra le mani nel corso degli anni, devo però dire che da molti punti di vista solidarizzo con chi ha effettuato quel tipo di lavori. Un conto difatti è il vandalismo stupido e cretino, o il kitsch per il puro gusto di fare qualcosa di strano; un altro conto è invece la volontà di mantenere in vita un oggetto che si sente essere di pregio o a cui si è affezionati, e che non ci si rassegna a relegare al ruolo di inutile soprammobile o ingombrante orpello d'arredamento. Per ragioni anagrafiche appartengo a un'epoca in cui qualunque cosa avesse dentro una valvola, anche un apparecchio semplicissimo che adesso mi fa quasi sorridere tant'è facile da aggiustare, mi veniva dato come "assolutamente irreparabile" anche dai tecnici più anziani e volenterosi. "Eh quella valvola non si trova più da anni", "eh purtroppo non c'è niente di compatibile", "uh non vedo ricambi di quel tipo dal 1950", "eh ma caro signore quell'azienda ha chiuso quando questo negozio ancora era di mio padre" erano risposte standard che ci si sentiva ripetere ovunque, senza eccezione alcuna. Ricordo, e quasi mi commuovo da solo, l'ostinazione con cui da bambino portai in giro per mezza Torino la FADA 351a di mia nonna: niente da fare, nessuno era riuscito a ridarle la parola.  E non solo non c'era alcuna prospettiva che la situazione migliorasse, appariva viceversa chiarissimo che sarebbe solo ulteriormente peggiorata col trascorrere degli anni. Che fare dunque? Chi avrebbe potuto anche solo lontanamente immaginare che grazie a internet valvole anche rarissime sarebbero tornate ad essere facilmente reperibili con ricerche su scala mondiale, e che manuali d'istruzione per radioriparatori (mai visti in nessuna biblioteca, nemmeno di istituti universitari) sarebbero stati accessibili addirittura gratuitamente, e in italiano? Che strumenti di misura che costavano anni interi di stipendio sarebbero stati accessibili per poche centinaia di euro? Per cui confesso che, sebbene non l'abbia mai messa in atto, l'idea di piazzare una bella radio a transistor dentro la FADA della nonnna venne anche a me, come credo venne un po' a tutti quanti, anche se adesso magari negano e giocano a fare i puristi, quelli a cui persino un condensatore non originale sotto al telaio fa storcere il naso. L'alternativa sembrava non esserci più: era la morte dell'apparecchio, peggio ancora la discarica. Per cui non ti nascondo che non me la sento di criticare chi invece abbia effettivamente trovato il tempo e la voglia di fabbricare "frankenstein" di questo tipo: anzi solidarizzo con loro, magari non approvo ma li capisco, li apprezzo molto più di chi invece ha buttato radio di pregio nel cassonetto dell'immondizia. Usualmente ci si disfa di oggetti anche di gran pregio solo perché è cambiata la moda; vedere invece qualcuno che s'è preso la briga di installare un telaio Geloso dentro una monumentale Savigliano, che magari a suo tempo gli era costata sacrifici immensi, o che per qualunque ragione percepiva come esteticamente superiore rispetto al "nuovo" (ai "fagioli") che avanzava, lo trovo quasi commovente."
  • La mia risposta: "...Venendo ai freaks, spero che si capisca che non c'e' alcun giudizio "morale" nell'intento della rassegna, e infatti l'ho inaugurata con un pezzo tutto sommato bello, tra l'altro originale e molto ben eseguito. Con la Savigliano ho voluto scherzare sull'immagine di Verdi della locandina, e anche in quel caso non accenno a un giudizio, se non estetico. Infatti ho scelto il nome "freaks", che richiama i mostri in senso lato, ossia anche i prodigi da baraccone, le donne barbute e gli ermafroditi dei circhi ottocenteschi, non certo gli "orrori". Quindi, sono d'accordo con te anche su questo e spero di ricevere presto qualche contributo." (L.M. 31/10/19)

  • Una lettera di Roberto Stefanini sulla sua esperienza nella rigenerazione dei condensatori a carta: "Come ricostruisco i vecchi condensatori a carta con involucro in vetro. Nelle riparazioni delle vecchie radio sovente si trovano spesso dei condensatori guasti. Per cercare di ricostruirli rispettando il più possibile l'aspetto originale io uso questo metodo. Innanzi tutto immergo il condensatore guasto in acqua, in modo da scollare l'etichetta che metto ad asciugare. Poi, con una pinza, prendo il condensatore per un terminale e tenendolo verticale lo scaldo delicatamente con una lampada a gas. Il catrame si scioglie facendo cadere il tubetto in vetro sopra un panno che ho avuto l'accortezza di posizionare sul banco in modo da evitare la rottura del medesimo. Quando è freddo lo pulisco dai residui catramosi usando una lametta. Al suo interno inserisco il nuovo componente, dato che le dimensioni di quelli moderni sono molto più piccole. Con un po' di carta morbida chiudo le due estremità lasciando uno spazio di circa 4 mm, spazio che riempio con catrame fuso. A quel punto non mi resta che rincollare l'etichetta per avere un condensatore funzionante e in tutto uguale all'originale. Un saluto a tutti gli appassionati di radio d'epoca e elettronica in genere. IZ5GHJ Roberto Stefanini - iz5ghjrob@gmail.com" (26/06/19)

  • Riportiamo una breve corrispondenza tra Giovanni Bianchi, Biagio Lucia e L. Mureddu circa la possibilità di realizzare copie di marchi di radio d'epoca con metodi moderni (CAD e stampante 3D...):

Salute Leonardo, Salute Biagio,

Un tuo "lettore" Biagio Lucia ha ricostruito, col mio aiuto, il logo di una radio Grundig.
Il metodo è di mia "invenzione". Si parte da una foto del logo da ricostruire e occorre conoscere le dimensioni del logo stesso, consiste in sei passi
1) Dalla foto (jpeg, bitmap,...) estrarre la sagoma (es. logo nero su sfondo bianco o viceversa)2) Dallímmagine semplificata, simile a un'ombra, ricavare il contorno in formato vettoriale (io ho usato CorelTrace che ho in ufficio, ma credo che esistano anche programmi freeware)
3) Dal file vettoriale del solo contorno (DXF) con un programma tipo autocad,
3.1) Scalare la figura in modo da avere una delle dimensioni (lunghezza ad esempio) pari a quella del logo, il resto viene di conseguenza.
3.2) Chiudere, se non lo sono già, tutte le polilinee che formano il contorno del logo
3.3) Passare al 3D eseguendo l'operazione di estrusione di tutte le polilinee per lo spessore voluto.  Se il logo ha dei "buchi interni" (p.es. l'interno di una lettera "O"), sottrarre i solidi corrispondenti da quelli del "pieno"
3.4) Generare un file 3D compatibile con quello della stampante 3D - Io ho in ufficio un programma che si chiama ProgeCAD, è molto pú economico di autocad, assomiglia molto alle vecchie versioni di quest'ultimo.
4) Stampare in 3D il file 3D ottenuto
5) Ripulire i bordi del solido prodotto dalla stampante 3D
6) Verniciare il risultato cercando di imitare colori e finitura originali.
Giovanni


Ciao Giovanni, Leonardo,
ho eseguito anche l'ultimo passo ma è stato il peggiore per via dell'impossibilità di riuscire a riprodurre l'ottone con metodi casalinghi :-(
Vi manderò qualche foto
Biagio


Salute Biagio,
Non so se tu sia soddisfatto, ma in rete, nel caso, forse c'è qualcuno tra i frequentatori delle Radio di Sophie che può aiutarti anche su questo.

Giovanni


Grazie a entrambi. L'idea mi sembra degna di approfondimenti. Finora mi ero limitato a riprodurre loghi e stemmini con gomma siliconica e resina da colata, ma per quelli serve un originale.
Aspetto qualche foto per riportare il tutto sul sito.
Leonardo
p.s. tra i vari spray che imitano l'oro ne esiste uno "specchiante". Tempo fa lo utilizzai per imitare l'ottone appena lucidato, con risultati accettabili.


Questo l'effetto finale... Ma sono sicuro che si può fare di meglio.

Biagio


A me sembra già un ottimo risultato (L.M.) (30-05-19)

  • Da Ezio di Chiaro a proposito della Safar: "se può interessare propongo il mio ricevitore AR 18 prodotto dalla Safar nel periodo bellico per l’aviazione, recuperato anni fa pesantemente cannibalizzato diciamo che c’era solo in gruppo RF a tamburo e qualche zoccolo delle valvole. In seguito l’ho restaurato modificando in parte il circuito originale con valvole più moderne ho realizzato un apposito alimentatore atto a fornire i 200 v cc di anodica ed i 6,3 per i filamenti delle varie valvole non più originali . Inoltre nell’alimentatore è stata inserita una valvola ECC82 , una sezione montata in circuito a ponte con regolazione dello zero dello strumento S. Meter di provenienza Geloso mentre l’altra sezione funge da oscillatore a quarzo a 3,5 MHz per la calibrazione delle scale sfruttando anche le varie armoniche . Il tutto fu descritto su Radiorama air N° 20 qualche anno fa" (16/10/18. Nella cartella compressa qui allegata alcune foto del ricevitore ricostruito)

SAFAR AR18 - Immagini


  • Una lettera di A. Limena ci mette in guardia sulla pericolosità dei fumi della saldatura a stagno: "...Giustamente insistete sul rischio amianto, con informazioni sul fatto che è cancerogeno e può provocare il mesotelioma; sui fumi di saldatura però a mio parere è opportuno integrare evidenziando che anch'essi contengono una sostanza cancerogena, e precisamente la formaldeide. La formaldeide è stata classificata ufficialmente cancerogena H350 in Europa a partire dal 1° gennaio 2016. La formaldeide è praticamente ubiquitaria e viene molto spesso rilevata nelle abitazioni di tutta Italia. Può essere emessa dai materiali da costruzione, dal fumo di sigaretta, dai prodotti per la pulizia della casa, da tutti gli apparecchi a combustione (specie a legna), e viene anche utilizzata come componente di colle o adesivi, come conservante in alcune vernici o come disinfettante. Oltre al fumo di sigaretta, le fonti più significative di formaldeide sono rappresentate da molti pannelli a base di legno pressato, truciolato o compensato (soprattutto quelli non certificati) che vengono utilizzati nelle pavimentazioni, negli arredi o nei rivestimenti di pareti. Nelle abitazioni i livelli sono generalmente compresi tra 0,01 e 0,05 mg/m3 (fonte ministero della salute). Ma quando si salda si può ben avere il sospetto che la formaldeide (che si sviluppa assieme a molte altre sostanze irritanti dalla decomposizione del flussante) possa essere inalata in modo consistente, a motivo della vicinanza del naso al saldatore.  Considerato che il rischio non è mai basso quando si ha a che fare con sostanze cancerogene, l'unico rimedio è aspirare i fumi. In commercio ci sono ormai a prezzi abbordabili dei semplici apparecchi (tipo lampada da tavolo a pantografo) con filtro a carbone attivo; tuttavia non ho dati precisi sulla reale efficienza di questi sistemi, molto economici; l'unica soluzione veramente sicura sarebbe aspirare i fumi ed evacuarli all'esterno, come del resto è prescritto dalla legge nelle applicazioni industriali. Su youtube si possono trovare vari progetti più o meno riusciti per realizzare l'aspirazione fumi. Personalmente mi sono costruito un semplice sistema con una ventola da computer (un po' sovralimentata) collegata con un tubo spiralato alla parte superiore della lampada da tavolo a pantografo, dotata di ampie feritoie; è abbastanza soddisfacente anche se non comparabile ai sistemi professionali, di costo non proprio basso, esempio qui (dove si parla anche della chimica dei fumi): http://www.okinternational.it/zpdfs/artec/Fumex_article_04.pdf " (06/08/18)


  • Un foglio Excel per il calcolo del condensatore di padding in una supereterodina per onde medie: "Ho visto recentemente che nelle lettere ricevute c'é un foglio in Excel per il calcolo delle capacità ed induttanze nel circuito di oscillatore delle supereterodine. A tale proposito ho pensato che qualche lettore potrebbe avere interesse a due fogli Excel in cui, diverso tempo addietro, ho trasferito per lo stesso scopo le formule che si trovano sul libro "Terman- Radio Engineers Handbook 1943" e sul libro "Sturley -Radio Receiver Design 1943" . I suddetti libri sono facilmente consultabili nel noto sito di Introni. Sui fogli Excel inviati basta sostituire ai dati in rosso quelli che interessano e si avranno i risultati cercati insieme ad un grafico che mostra i tre punti di errore zero dalla media frequenza impostata ed i quattro punti di deviazione massima ( la funzione é, una curva di terzo grado). Si noti che Terman prevede il compensatore dell'oscillatore in parallelo al condensatore variabile, mentre Sturley prevede il compensatore dell'oscillatore in parallelo alla bobina oscillatrice, forse è a causa di ciò che mettendo gli stessi dati iniziali nei due file non si hanno gli stessi risultati." Luciano Di Marco (06/06/18)

Superetrodina(padding).xls


  • Sempre a proposito di televisione, in questo caso di trasmissioni televisive, ancora Ezio di Chiaro: "Ciao Leonardo, ti allego tutta una serie di foto  sulla televisione  realizzate alla Triennale di  Milano l’anno scorso in compagnia dell’amico Franco Perna che ricordano i primi anni della televisione in Italia. Sono rappresentate quasi tutte le apparecchiature utilizzate negli studi e nelle riprese esterne, curiosa è la moto attrezzata con trasmettitore utilizzata per le telecronache del giro d’Italia. La giraffa usata nelle riprese audio  in studio quando i radiomicrofoni erano ancora da venire, il famoso gobbo per i titoli di coda, la torre che si vede è la cosiddetta Torre del Parco meglio conosciuta a Milano come Torre Branca. Su detta torre nel 1939 la EIAR installò il primo trasmettitore sperimentale  per Radiovisione (Televisione) in seguito  negli anni cinquanta veniva utilizzata per la ricezione dei segnali televisivi  sperimentali dagli studi di Torino." Ringraziamo Ezio, e pubblichiamo qua sotto alcune delle foto. Chi le volesse vedere tutte può scaricare questo file compresso. (31/05/18)

  • A proposito di televisione a colori (vedi Storia), Ezio di Chiaro ci scrive: "Ciao Leonardo, ho letto il tuo commento sulla storia della TV a colori in Italia dove accenni alle difficoltà incontrate dalle nostre industrie elettroniche e inserisci come esempio  il bollettino N°106 Geloso interamente dedicato alla televisione a colori. Ebbene io posseggo il prototipo del primo tv a colori Geloso già pronto nel 1966:  il modello GTV8-C125, attualmente in fase di restauro nei ritagli di tempo ma ormai quasi funzionante. Il televisore  proviene dai laboratori Geloso recuperato molti anni fa completo del suo schema originale di 1,30 x1,50 staccato dalla parete del laboratorio ove per diversi anni si sono spremute le meningi  fior di ingegneri capitanati dall’amico ing. Edgardo Velicogna. Allego qualche foto dell’oggetto  ed il suo schema" (23/05/2018)
     

  • Giovanni Lorenzi ci invia un foglio Excel utile per la progettazione di ricevitori AM: "Ti invio, per una possibile pubblicazione anche sul tuo sito, il foglio di calcolo excel da me realizzato che ha lo scopo di calcolare il valore del condensatore padding in un circuito di oscillatore locale di un apparecchio radio supereterodina per le OL e le OM. Ho lavorato prendendo spunto dal pamphlet "THE SUPERHETERODYNE RECEIVER” del Post Office Communications. https://www.vintage-radio.info/docs. Ti accludo pertanto anche la libera traduzione delle pagine 15 e 16 relative all'argomento e che rappresenterebbero la guida del foglio di calcolo che, tra l'altro, appare abbastanza intuitivo nell'uso. Ti comunico che ho l'intenzione di pubblicare lo stesso lavoro sul mio sito https://www.webalice.it/it9tzz.  73 de Giovanni tzzlorenzi@tiscali.it

CALCOLO PADDING (file Excel) - GANGING (file Word)


  • Giovanni Nicoletti ci segnala: "L'Almanacco della Scienza celebra Guglielmo Marconi - Il 2017 può essere considerato un anno marconiano: di recente si è tenuta la commemorazione per il 90nnale della Biblioteca centrale del Cnr intitolata a Guglielmo Marconi, alla presenza della figlia Elettra; quest’anno ricorrono poi i 90 anni dall’insediamento alla presidenza del Cnr e, il 20 luglio, gli 80 anni dalla morte. Per ricordare la figura di questo grande scienziato e inventore, gli abbiamo dedicato il Focus monografico dell’Almanacco della Scienza on line da oggi, esaminando con l’aiuto dei ricercatori del Cnr e di esperti alcuni aspetti della sua eccezionale attività. Giovanni Paoloni, storico della scienza dell'Università Sapienza di Roma, ricorda la presidenza marconiana del Cnr; della conquista del Nobel per la Fisica parla Gilberto Corbellini, direttore del Dipartimento di scienze umane e sociali e patrimonio culturale (Dsu-Cnr); Riccardo Pietrabissa, membro del nostro Consiglio scientifico, affronta la questione dei brevetti legati alla telegrafia senza fili. Sul wireless di cui Marconi fu il pioniere assoluto interviene Domenico Laforenza, direttore dell’Istituto di informatica e telematica; la storia della Biblioteca centrale dell’Ente è illustrata dal suo direttore, Alberto De Rosa, e da Maurizio Gentilini del Dsu. Alle celebrazioni per i 90 anni della Biblioteca del Cnr è dedicato anche uno dei Video del mese. Nella rubrica Altra ricerca, tra gli altri articoli: in Università ed enti l'incontro annuale dell'Associazione italiana per la ricerca industriale (Airi); negli Appuntamenti, il raduno astronomico nazionale del Centro Italia ‘Star Party’ a Monte Romano (Vt); in Opportunità, il Premio nazionale di divulgazione scientifica dell’Ail. Nel Faccia a faccia abbiamo incontrato l’attore e divulgatore televisivo Michele Mirabella. Tra le Recensioni, la serie tv ‘Genius: Einstein’, prodotta da National Geographic, e il volume ‘L’uomo e il clima’ di Bruno Carli. Il web magazine dell’Ufficio stampa del Consiglio nazionale delle ricerche è on line all'indirizzo www.almanacco.cnr.it" (07/06/2017)

  • Giovanni Bianchi ha recentemente aperto una discussione sul forum circa un esemplare di Domino da lui riportata in Italia a casa della madre dopo tanti anni in Germania. La discussione aveva carattere tecnico. Qui c'è una lettera molto più personale (che lasciamo in inglese) corredata da una composizione di due foto in cui si vede la stessa radio e la stessa persona in epoche diverse: "Hello everybody,   The attached picture summarizes a very long story. An old radio, Telefunken Domino, built in 1956, is visible on both the photos. The BW photo was taken on 1966. The boy in the middle of the photo is me, at that time 3 (three) years old. The radio is only partially visible on the upper right corner of that photo. On the right, there is a color photo. It is much more recent (10 August 2016), still me and the radio, which I finished to repair few weeks ago: 5 of the 6 tubes are the original ones. Also the piece of furniture that holds the radio is the original hand-made one.   I do not know if this could be interesting for you, I hope so. Anyway, this is a piece of history."  (15/09/16)



  • N. Lombardoni, un lettore della Svizzera Italiana, ci scrive a proposito dell'antenna AM di Monte Ceneri, il cui prossimo smantellamento è sentito dalla comunità locale come l'abbattimento di un monumento: "Allego articolo giornale locale odierno. La antenna storica del 1933, visibile da che percorra la autostrada, è monumento protetto con la relativa stazione radio del 1933. Ai suoi piedi un Museo della radio". Allega due articoli della stampa locale: Articolo1, Articolo2 
    (20/07/16)

  • Mario Giamboni ci propone una visita al Museo di Campo Blenio (Canton Ticino - Svizzera, 90 km da Chiasso) , dedicato alla Radio e alla Fotografia: "Porte sempre aperte al Piccolo Museo della Radio e della Fotografia. Un centinaio di apparecchi radio, con modelli risalenti all’inizio del secolo scorso fino al DAB+, e un’ottantina di fotocamere, da fine Ottocento fino al digitale, sono custodite e si possono ammirare in qualsiasi momento nel Piccolo Museo contattando il signor Mario Giamboni al n. (+41)792400329  o durante le porte aperte di sabato 30 e domenica 31 luglio 2016. A due anni dall’emozionante inaugurazione, continua a suscitare interesse i Piccolo Museo della Radio e della Fotografia di Campo Blenio, per cui il bilancio di questo periodo è sicuramente molto positivo. Degno di nota è l’interesse dimostrato dai bambini, anche da quelli delle scuole elementari in visita nel Soprassosto. I curiosi ragazzi sono affascinati alla vista di questi antichi apparecchi, ben diversi dalle moderne radio DAB, dagli apparecchi digitali o dal telefonino che oggi tutto fa. Per la maggior parte di loro i pezzi esposti sono una sorpresa, solo ad alcuni sembra di ricordare di aver visto qualcosa di simile a casa dei nonni o in qualche soffitta. Stupore vi è poi quando queste vecchie radio si fanno sentire, sì, perché molte sono quelle ancora funzionanti e che riempiono di suoni l’accogliente Museo. Parecchie sono le domande che sorgono nei bambini e alle quali, con tanta passione, risponde il curatore del museo Mario Giamboni. Non mancano poi, per terminare, i numerosi “scatti” degli scolari per riportare a casa le immagini del passato da mostrare con orgoglio ai genitori. Una breve ma intensa escursione nel tempo che lascia il segno nella memoria dei giovani visitatori. In quelli un po’ meno giovani, invece, la visita suscita una certa nostalgia per il tempo passato. Ma soprattutto prevale la gratitudine per poter rivivere tanti ricordi custoditi nel cuore che improvvisamente riaffiorano grazie al “profumo di storia” che si può percepire nel piccolo Museo di Campo Blenio. Vi aspettiamo con piacere!"

La foto qua sotto mostra una parte dell'esposizione delle radio (fare clic per ingrandire).

Per altre foto visitare la pagina di Radiomuseum.org dedicata al museo


  • Nicola del Ciotto ci scrive a proposito del libretto storico della Marina Italiana, pubblicato recentemente nella pagina della Storia: "Ho letto con molto interesse il libretto della Marina che avete pubblicato. Scritto bene e con immediatezza che fa rivivere quegli anni in modo molto partecipativo. E' veramente denso di notizie, alcune delle quali proprio impensabili. Questa lettura mi ha riportato alla mente l'esperimento di radionavigazione effettuato nel 1924 dall'ing. Beniamino Fiamma quando dalla torre del Varignano pilotò con successo il MAS 223 nella rada de La Spezia. Che io sappia, fu il primo esperimento di radiocomando navale nel mondo. ... Vi mando la pagina de "La domenica del Corriere" che esalta l'avvenimento. Siccome è una copia di una copia fatta alcuni anni fa si legge con difficoltà la didascalia. Essa dice pressappoco: "Un'interessante invenzione italiana. Dalla torre del Varignano alla Spezia per mezzo di un sistema radiomeccanico l'operatore Fiamma fa navigare a distanza il Mas 223." Vi mando anche una foto del MAS 223 che naviga senza nessuno a bordo."  (05/05/16)

(fai clic sulle immagini per vederle meglio)



  • Ettore Cascone ci ha inviato una foto storica legata alla Geloso e a suo padre: "Le spedisco una foto d'epoca scattata nel 1955 in occasione di un giro di propaganda che la Geloso faceva presso i suoi clienti. Le due persone in primo piano sono, a sinistra mio padre, l'altro è l'autista della Geloso" (clicca sull'immagine per ingrandirla) - 4 febbraio 2016


Altri dettagli:
01, 02, 03


  • Ci scrive Michele Poddesu: "Rispolverando un po’ di documentazione ho ritrovato questo articolo [Rinasce l'Elettra] che a suo tempo con cura avevo messo da parte. Il giorno che lo pubblicarono mi si era riempito il cuore di gioia perché, come tanti altri appassionati, avevo creduto che il sogno si sarebbe avverato. Purtroppo l’epilogo della storia è tristemente noto. Oggi rileggendo l’articolo ho provato un senso di profonda amarezza e rabbia per l’inettitudine ed il menefreghismo dimostrato dalla nostra classe politica. Allora una spesa del genere si sarebbe anche potuta affrontare, visto che la situazione economica italiana non era così disastrosa come oggi ed avremmo veramente onorato Marconi nel migliore dei modi, come era giusto che fosse". (23/12/2014)

  • Lettera di Franco Nervegna su una mostra dedicata a John Geloso: "In data 1 e 2 Febbraio 2014, in occasione del 45° anno della morte di John Geloso, l'associazione Quelli della Radio organizzerà a Piana delle Orme una mostra dedicata a lui e alla sua azienda con esposizione di materiali, filmati e mini conferenze. Le associazioni che vogliano partecipare (gratuitamente) mi devono inviare la propria adesione entro il 10 Dicembre 2013, questo per problemi legati alla pubblicità sulle riviste del settore (Radiokit, Radio Rivista). Oltre questa data non sarà possibile mettere i relativi loghi sulla pubblicità. Ricordo che le associazioni partecipanti devono inviarmi l’OK per mettere il loro logo sui volantini. Cerchiamo quindi materiale Geloso da esporre, considerate che per ogni pezzo esposto sarà fatta una locandina (vedi esempio allegato), quindi io ho bisogno per tempo della foto e modello degli oggetti eventualmente forniti per preparare il tutto. Per chi volesse vendere qualcosa di Geloso (chiaramente la documentazione non è necessaria) ci saranno un mercatino e la possibilità di personalizzare gadget vari (magliette, cappellini ecc). Inoltre nella giornata del 1° Febbraio sarà disponibile un annullo filatelico speciale centrato su Geloso. Stiamo lavorando affinché alla manifestazione sia presente la nipote di John Geloso. Rimango in attesa di Vs. notizie e invio cordiali saluti. Franco Nervegna IZ0THN Pres. Ass. Cult. Quelli della Radio" (07/11/13)

  • Andrea Ferrero dell'Aire Piemonte ci ha inoltrato una tabella con le emittenti Radio-RAI ancora in funzione in AM: Tabella Rai (aggiornata al 19/09/13)

  • Lettera di Ezio di Chiaro sulla riproduzione di condensatori d'epoca (27/07/13): "Riguardo le etichette per il restauro dei condensatori ,volevo dare il mio contributo e le esperienze fatte a riguardo da me in varie occasioni. Premetto che di solito restauro solo condensatori elettrolitici mentre trovo quasi inutile restaurare condensatori a  a carta   in quanto sono raffinatezze che pochi apprezzano se non in casi particolari  di apparecchi rari  . Allego due foto di avvenuto restauro di  uno dei tanti  condensatori a vitone svuotato con una lunga vite avvitata  in  centro del condensatore  bloccata sulla morsa  e con un minimo di forza viene fuori come un tappo di sughero . Mentre l’altra foto    è la realizzazione quasi ex novo di condensatori a pacchetto realizzati scannerizzando il cartoncino originale sagomandolo a dovere ed inserendo il nuovo condensatore all’interno fissandolo con ribattini e pagliette quasi come le originali  . A lavoro ultimato sono quasi irriconoscibili dall’originale se non fosse per il colore del cartoncino leggermente piu chiaro ma col tempo ed il calore il cartoncino si scurisce" (fai clic sulle immagini qua sotto per ingrandirle)

  • Lettera di Aldo Franco: "Invio dei video ed un mio articolo del 2005 ripreso da ARM n.69, per commemorare Paolino Pagliuso, forse l'ultimo, anzianissimo riparatore, non per hobby, di Cosenza."

http://www.youtube.com/watch?v=rLQ7VFzV4Bo&feature=endscreen&NR=1

http://www.youtube.com/watch?v=OCYjPo7tfBM

http://www.cinearterenatopagliuso.it/CinearteRenatoPagliuso/Paolino_files/paolino_pagliuso_story_1.pdf


  • Ci scrive Giuseppe Gianciulli: "Salve, per la rubrica lettere inoltro la comunicazione ricevuta dalla Rai in risposta alla petizione e il mio relativo riscontro. Allego anche la lettera aperta indirizzata alla RAI da parte del gruppo sindacale di lavoratori RaiWay, UILCOM, segnalatami da un aderente alla petizione vicino agli ambienti RaiWay. Appare evidente che gli stessi sono in forte contrasto con la politica dismissiva della RAI e, mi è stato riferito, sono in cerca di elementi per portare avanti un'energica azione mirata a bloccare la dismissione delle trasmissioni AM."

Non aggiungiamo alcun commento (21 marzo 2013)


  • Ancora sulla dismissione dei ripetitori a Onde Medie ci scrive Enrico Puccini per una precisazione: Nel leggere la lettera del sig. Cianciulli in merito alle dismissione dell'antenna AM di Coltano, volevo cercare di dare il mio contributo sull'argomento con quanto segue. A Coltano dovrebbero attualmente, essere installate due antenne: la prima, più vecchia temporalmente (1062KHz) di potenza 10Kw e la seconda smontata dal ripetitore di Firenze (657KHz) di potenza 100Kw che risulta ad oggi funzionante. Abito a La Spezia e la ricevo perfettamente: 675KHz e non 1062KHz. Non vorrei che il messaggio radiofonico della regione toscana si riferisse all'abbattimento dell'antenna sintonizzata a 1062KHz in disuso da molto tempo. Preciso che in passato (maggio 2004) mi ero personalmente attivato con messaggi alla RAI, unione consumatori ed interpellando anche la sezione cechi della mia città per cercare di ostacolare l'azione di dismissioni dei ripetitori AM (a La Spezia erano installati Rai 1 e 2 oggi niente) senza risultati positivi. Successivamente a seguito di telefonate e mail, un tecnico della Rai mi ha telefonato direttamente a casa dichiarandomi che la stazione di Firenze sarebbe stata spostata a Coltano. Nel dicembre del 2008 (se non ricordo male) questo è avvenuto ed ho potuto confermarlo con l'accensione e ricezione di alcune delle mie radio d?epoca. Spero che la mia intuizione sia giusta, posso confermare che ad oggi la stazione di Coltano è in servizio ed a La Spezia (60-70 Km in linea d'aria) il segnale arriva molto forte. (3 gennaio 2013)

  • Anton Limena ci manda una foto di un elegante ricevitore a galena con variometro e base in pietra: Concludo il 2012 con la costruzione di una radio a galena con variometro non particolarmente performante (è ridotta all'essenziale) ma bella, di cui allego una foto. Lo spunto l'ho preso da una rivista del 1925, pagg. 25 e 26 [puoi scaricarla anche da qui, n.d.r.]. La base è in pietra verde (serpentinite, piuttosto dura da forare...), i particolari sono in ottone, il cristallo è stato fissato al bicchierino con lega di Wood. Il variometro è rimovibile in quanto fissato ad un vecchio rubacorrente in bachelite degli anni '30, di mio nonno elettricista (il rubacorrente era una presa volante che serviva a derivare la corrente da un filo in "piattina" della rete luce, perforando l'isolamento con le due punte aguzze di cui era dotato... al momento sarebbe piuttosto fuori norma). Se dovessero interessare a qualcuno i particolari costruttivi, peraltro piuttosto semplici, sono a disposizione. Cordiali saluti ed auguri di Buon Natale e Buon 2013! Anton Limena - Ospedaletto Euganeo (PD)


  • Giuseppe Cianciulli (15 dicembre 2012) comunica: vista la situazione governativa alquanto precaria, oggi ho inviato la petizione, insieme alle firme raccolte e alla lettera che allego, al Ministero e alla Rai, tramite raccomandata. Ciò nonostante la petizione rimane in rete ed è importante che continui a raccogliere adesioni. Purtroppo pare che RaiWay intende digitalizzare anche le FM sempre con lo standard DRM...

Ecco la lettera inviata al Ministero e al Presidente della Rai


  • Lettera di Giuseppe Cianciulli (promotore della petizione contro la dismissione delle Onde Medie) (6 dicembre 2012): Comunico che la splendida antenna di Marcianise, inaugurata nel 1948 da Enrico de Nicola, dopo 64 anni di perfetto funzionamento è stata materialmente soppressa sabato 24/11/2012
  • Altro messaggio di G. Cianciulli (15 dicembre 2012): Giovedì scorso Il Tg Regionale della Toscana ha trasmesso l'annuncio che allego. Così [cessa di esistere] anche lo storico trasmettitore di Coltano il cui fondatore fu proprio Guglielmo Marconi, che poi vi effettuò la prima trasmissione ad onde lunghe nel novembre del 1911.



  • Lettera di Marco Gilardetti (14 novembre 2012) in risposta a Claudio Girivetto (vedi sotto):

    Ringrazio il dottor Girivetto per la sua lettera nella quale conferma quanto da me affermato: il Museo della Radio presso la sede RAI di Torino non ha la struttura e la conduzione di un museo usuale; esso è normalmente chiuso e, dietro richiesta del potenziale visitatore, la guardia giurata in turno di servizio ritira un documento d'identità, abbandona la propria postazione protetta per aprire le porte della sala, accenderne le luci, eccetera. Questo quando, come confermato dal Dr. Girivetto e verificato più volte da me in persona, l'ambiente che ospita la collezione non è piuttosto impiegato come sala convegni di lusso. Desidero sgombrare il campo da equivoci: sono lietissimo che dopo decenni d'invisibilità oggi la collezione RAI sia accessibile, sia pur con queste modalità, tuttavia rimango dell'idea che un'azienda con la storia ed il fatturato della RAI, in gran parte derivante dagli abbonamenti dei cittadini al servizio radiotelevisivo, potrebbe (dovrebbe) impegnarsi maggiormente nel pubblicizzare ed offrire ai cittadini medesimi la propria collezione museale. 75 visitatori al mese, scuole incluse suppongo, per un museo inserito nell'organizzazione dei musei civici torinesi non mi sembrano, non me ne si voglia, un successo. Anche l'esposizione della collezione, e lo dico senza voler offendere chi se ne prende volenterosamente cura, probabilmente a titolo gratuito, mostra un'approssimazione talvolta dilettantesca, non museale. Mi vengono in mente due esempi: un normale disco a 78 giri della Cetra collocato sul piatto di un grammofono Pathè con testina a lettura verticale, e l'ormai celebre Lumeradio AREL decorato con trine e merletti, finito anche in fotografia su un notissimo testo di radiocollezionismo della Fabbri come esempio negativo (!) di restauro approssimato che distrugge l'estetica originale di un pezzo. Nelle vetrine illustranti i più recenti sviluppi della tecnica si trovano purtroppo affiancati pregevoli e costosissimi pezzi appartenenti alla storia aziendale, e fin qui tutto bene, a vera e propria paccottiglia priva di interesse storico e di valore collezionistico pari a zero. Personalmente, ma qui e' questione di gusti, non ho apprezzato la recente introduzione di strisce di LED per simulare l'accensione di alcune radio e tubi elettronici: senza nuovamente voler offendere nessuno la ritengo un'idea priva di senso oltre che di cattivo gusto; valvole e LED sono due tecnologie completamente antitetiche. Buona l'idea di porre a disposizione dei visitatori qualche apparecchio fuori vetrina che simuli l'atmosfera d'un tempo, come l'altoparlante a tromba che legge (ahimè) mp3 "d'epoca". Sarebbe stato però ancora meglio disporre qualche ricevitore a galena o a cristallo soprattutto per le scuole in visita, ma qui torniamo al punto centrale della discussione: affinché un ricevitore a cristallo funzioni e possa insegnare qualcosa ai nostri ragazzi, e' necessario che la RAI trasmetta in onda media con una potenza adeguata, cosa che, sarebbe inutile negarlo, non ha più la volontà di fare.

     

    Con i miei più cordiali saluti

    Marco Gilardetti.


  • Lettera di Claudio Girivetto (31 ottobre 2012):
    Sono il curatore del Museo RAI della Radio e Televisione di Torino, vorrei effettuare una correzione su quanto scritto dal Sig. Marco Gilardetti, ovvero: Il Museo RAI della Radio di Via Verdi è chiuso SEMPRE.
    Presso il centro di Produzione RAI di Torino è attivo dal 1984 il Museo della Radio e televisione. E' un museo aziendale, gratuito, che fa parte dei percorsi di arte e cultura Torino Musei http://www.comune.torino.it/musei/
    Il primo progetto per la creazione di un Museo della Radio risale al 1939. Sede del Museo è stata scelta la sede di Torino, per l'impulso dato alla radiodiffusione dall'Eiar (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche), società che proprio a Torino aveva la Direzione Generale e il Laboratorio Ricerche.
    Il progetto, non realizzato a causa degli eventi bellici, fu ripreso solo negli anni tra il 1965 e il 1968, quando una commissione di esperti, tra i quali l'ingegner Banfi, già direttore tecnico dell'EIAR, raccolse oggetti e documenti pensando di collocarli nello storico palazzo aziendale di via Arsenale 21.
    Tuttavia, neanche questa volta il progetto si realizzò e il materiale trovò una sistemazione provvisoria presso il Centro di Produzione della Rai di via Verdi, 16.
    Solo nel 1984, in occasione della mostra La Radio, "Storia di sessant'anni: 1924-1984", la collezione venne finalmente esposta al pubblico. Il Museo della Radio e della Televisione raccoglie cimeli, materiali e apparati tecnico-professionali aziendali e di uso domestico seguendo un percorso storico. L'unicità della collezione risiede nel suo essere museo aziendale, strettamente collegato al patrimonio degli archivi della Rai e, come tale, collegato alla storia dell'evoluzione sociale e tecnologica del paese.
    Negli ultimi 4 anni l'apertura è stata dal lunedì al venerdì dalle ore 9.30 alle 18, compatibilmente all'impegno della sala per manifestazioni o convegni aziendali, tra questi il Prix Italia ed il Torino Film Festival. Come spiegato dal sito RAI del Museo www.museoradiotv.rai.it e sui depliant forniti all'ingresso, è opportuno accertarsi dell'apertura della sala prima della visita.
    Una media di 75 persone al mese fa visita al nostro Museo. In oltre organizziamo visite guidate al Museo ed agli Studi del Centro di Produzione RAI per gruppi con un massimo di 20 persone per volta. Potete fare richiesta tramite mail a mailto:biblioto@rai.it
    Presso la sede storica della RAI , il Palazzo della Radio, è attiva la Bibliomediateca, con il centro di documentazione "Dino Villani", che offre un servizio di consultazione dell'archivio Rai tramite il Catalogo Multimediale e conserva un ampia raccolta di volumi e periodici nazionali sui temi della comunicazione di massa,della pubblicità e del giornalismo.

    Cordiali Saluti

    Claudio Girivetto
    Servizi Tecnici
    Museo della Radio e della Televisione
    Centro Produzione TV - Torino
    Via Verdi 16-10124

(Immagine riprodotta su autorizzazione dell'autore - fai clic per vederla ad alta risoluzione)


  • Lettera di Giuseppe Cianciulli (promotore della petizione contro la dismissione delle Onde Medie): Domenica scorsa Rete4 ha trasmesso un'interessante documentario sulla vita e le imprese di Guglielmo Marconi. Desiderando rivederlo ho inviato una e-mail di richiesta a ierieoggi.intv@mediaset.it che vi inoltro e che, se ritenete, potete senz'altro pubblicare nella rubrica del Sito. (31/10/12) (segue lettera a Mediaset)
    "Salve, avendo cercato invano lo streaming sul Sito Mediaset, mi rivolgo a Voi poiché avrei piacere di rivedere la trasmissione "Magnifica Italia" andata in onda su Rete4 domenica 28/10/2012 dalle 9:20 alle 10:00 circa del mattino.
    La trasmissione trattava approfonditamente della splendida avventura di Guglielmo Marconi, oggi di grande attualità visto che il ns. paese, esempio unico al mondo, ha deciso di dismettere totalmente le trasmissioni ad Onde Medie modulate in ampiezza, e, nella prospettiva di sostituirle (in un'ipotetico futuro) con Onde Medie digitalizzate, sta sistematicamente demolendo tutte le stazioni trasmittenti OM.
    Correttezza e buon senso avrebbero comportato una trasmigrazione contemporanea e per singola area dal precedente al nuovo sistema trasmissivo, senza lasciare il Paese totalmente scoperto dal segnale .
    Lo standard digitale per le Onde Medie è stato bocciato da tutti i paesi, Cina e Stati Uniti compresi, poiché incompatibile con gli apparecchi radio già in uso (centinaia di milioni nel mondo, si pensi alla sola sostituzione conseguenziale di tutte le autoradio!), e perché superato dallo standard "C-QUAM" oggi universalmente adottato, superiore allo standard digitale OM anche sul segnale stereo ed in più perfettamente compatibile con tutti gli apparecchi radiofonici preesistenti, anche quelli storici di cui migliora persino selettività e resa sonora.
    Solo i burocrati-macchina italiani potevano assumere una simile DRASTICA - SCIAGURATA e INCOMPRENSIBILE decisione!!! che oltre a creare danno mortifica la memoria di Guglielmo Marconi, Italiano, inventore delle trasmissioni Radio OM, che per questo ed altro fece per davvero primeggiare la patria nel mondo.
    P.S. Anche i non vedenti subiscono danno dalla dismissione delle trasmissioni ad Onde Medie.
    Disponibile, anche personalmente, per qualunque approfondimento riteniate opportuno.
    Grazie in anticipo, Giuseppe Cianciulli"


  • Lettera di Carlo La Perna sulla dismissione delle Onde Medie: Con grande piacere ho appreso della petizione riguardante il mantenimento delle trasmissioni in OM e ovviamente ho subito firmato. Purtroppo sono molto pessimista in proposito poichè occorre tener conto che quasi tutto ciò che consentiva questo tipo di trasmissione è stato distrutto nei modi peggiori. Su Youtube c'è un video che io chiamo "lo scempio di Budrio" che fa subito capire che sarà impossibile il ripristino dei danni provocati da chi a mio avviso in modo troppo frettoloso ha unilateralmente preso decisioni che proprio nella patria dell'inventore della radio non avrebbero mai dovuto essere prese. Purtroppo in un paese dove prevale il disfattismo, dove è possibile rubare anche le tasse pagate dai cittadini, dove anche reperti archeologici ed opere d'arte di inestimabile valore vengono lasciate al loro destino, forse era normale aspettarsi che anche le opere del genio marconiano subissero la stessa fine. Che tristezza. (05 ottobre 2012)

  • Questa lettera sulla dismissione delle Onde Medie è stata inviata da Marco Gilardetti in risposta a Antonio Maida (vedi sotto), e in copia a noi: Buongiorno Antonio, e' un piacere sentirla. Condivido le sue preoccupazioni, e per questo ho firmato immediatamente la petizione in oggetto, ma devo confessarle, anche in base alla mia precedente esperienza, di essere molto scettico riguardo il futuro delle radiotrasmissioni in Italia. La tragica verità è che le radiotrasmissioni italiane sono in mano - come la risposta ricevuta dalla segreteria dell'ex-ministro Gentiloni dimostra inequivocabilmente - a degli ignavi, i quali non solo non capiscono nulla di storia e tecnica della radio, ma neppure ne sono interessati. Sono dei manager, che potrebbero dirigere con altrettanto entusiasmo e competenza (ossia nessun entusiasmo e nessuna competenza) una banca o una fabbrica di matite. A loro non frega assolutamente nulla, basta che entrino in tasca dei soldi. Se vuole sapere in quale momento, secondo me, è stata decisa la fine delle radiotrasmissioni in Italia è stato circa dieci anni fa, quando dall'abbonamento RAI furono stralciate le radioaudizioni e rimasero solo le trasmissioni televisive. Così facendo la RAI oggi può sostenere di trasmettere gratis in radio, per cui nessuno può lamentarsi di ricevere male o non ricevere affatto il servizio: è gratis, quindi chi se ne frega? Mi pare che l'intenzione di tale mossa fosse ovvia; lo scrissi anche a chiare lettere ma nessuno mi prese sul serio. A Torino l'ultra-storico ripetitore prima EIAR e poi RAI dell'Eremo, al confronto del quale con tutto il rispetto Napoli-Marcianise è (era) "cosa recente", tace da almeno un lustro, ed il negozio di pianoforti di Felice Chiappo dal cui piano superiore fu trasmesso il primo storico concerto sperimentale per pianoforte è stato venduto e trasformato in una vodkeria senza che la RAI vi abbia neppure apposto una targa-ricordo sulla porta d'ingresso. Il Museo RAI della Radio di Via Verdi è chiuso SEMPRE; apre su richiesta telefonica se c'è per caso un guardiano disponibile, altrimenti niente. Come dicevo, sono dei burocrati e dei manager: non gliene frega assolutamente niente. A mio modo di vedere le cose, la situazione delle radiotrasmissioni italiane è senza rimedio. Io continuo a sostenere che l'unica strategia sarebbe far intuire ai privati quali immensi spazi e quale immenso pubblico è a loro disposizione nelle trasmissioni AM. Tutte, e dico TUTTE la radio FM vecchie o nuove che siano ricevono anche in AM; ce ne sono a decine di milioni solo in Italia. D'altro canto, non ritengo possibile che la RAI possa detenere per sé frequenze concesse da accordi internazionali e di cui non fa e non intende fare uso: esse DEVONO essere reimmesse sul mercato. Ma purtroppo anche l'imprenditoria italiana è tra le più sottosviluppate e tra le più arretrate (non solo tecnicamente ma soprattutto culturalmente e mentalmente) del mondo, e poi adesso c'è l'infallibile scusa della "crisi economica", per cui mi rendo conto che anche questa strada è di difficile percorribilità. La cosa, comunque, ancor più tragica è che già in passato avevo tentato di sollecitare una reazione su Le Radio di Sophie o RMorg, ma ho dovuto amaramente constatare che le radiotrasmissioni non interessano se non a un pugno di mosche bianche come lei, me, Leonardo Mureddu e pochissimi altri. Pur dietro mio stimolo a scrivere all'allora ministro Gentiloni, che io sappia nessuno (e dico: nessuno) lo fece oltre a me. Ne deduco che il 99% delle persone che frequenta detti forum sono solo collezionisti: che la radio riceva o no a loro non importa nulla, e quando si saranno stufati di collezionare soprammobili muti passeranno a collezionare stupidaggini come schede del telefono esaurite o tappi di bottiglia. Ha affermato Neil Armstrong prima di morire che ciò che portò alla conquista della luna fu la radio: perché una generazione intera di ragazzini entusiasti si mise a sperimentare con galene e valvole, e prendendo interesse alle questioni tecniche divenne in gran parte una classe di acuti e preparati ingegneri. Già oggi, stante la debolezza del segnale, i nostri ragazzini non hanno più modo di sperimentare con ricevitori a cristallo e simili. Sono ridotti allo stato di meri consumatori di cellulari e oggetti simili, e il risultato del loro istupidimento è sotto gli occhi di tutti. La invito comunque a proporre la petizione sia su Le Radio di Sophie che su Radiomuseum.org: non si sa mai che questa volta qualcuno inizi a farsi un'idea di quanto stia succedendo. Con i miei più cordiali saluti e ringraziandola per la dimostrazione di stima, Marco Gilardetti. (4 ottobre 2012)
  • Lettera di Antonio Maida a M. Gilardetti: Salve, sono Antonio Maida, come Lei, collezionista e appassionato di radio d'epoca; nel 2006, quando tolsero il secondo e terzo programma dalla radio, Lei si attivò con una lettera all'allora Ministro, ottenendo una risposta che si poteva definire comica se non fosse tragica. Da poco (18 sett.) hanno spento il trasmettitore ad onde medie di Marcianise, che copriva tutta la Campania. Io, con alcuni amici, ci stiamo attivando per fermare questa nuova vigliaccata, con lettere a vari siti e giornali. In particolare abbiamo scritto una petizione che puoi leggere e firmare. Se è d'accordo si potrebbe inserirla nel sito di Radiomuseum, poiché interessa tutti gli iscritti Italiani, considerato che entro la fine dell'anno tutti gli altri trasmettitori a onde medie faranno la stessa ingloriosa fine! un cordiale saluto Antonio Maida

  • Lettera di Giuseppe Cianciulli sulla dismissione delle Onde Medie, con cui viene annunciata la petizione pubblica:Scrivo per segnalare di aver presentato una Petizione Pubblica, presente e sottoscrivibile al seguente link nell'intento di risposta al recente spegnimento della trasmittente R.A.I. in Onde Medie di Marcianise (CE) sulla frequenza di 657 kHz e più in generale allo sciagurato piano dismissivo delle trasmissioni in Onde Medie in Italia. La soppressione della suddetta trasmittente, oltretutto, ha tagliato fuori dal servizio pubblico larga parte del paese poiché, anche trasmettendo a potenza ridotta, diffondeva il segnale più o meno all'intero Sud Italia. Ho appreso anche che è in procinto di essere presentata una Interrogazione Parlamentare in merito ad interruzione di servizio Pubblico, se avrò ulteriori notizie terrò al corrente. Spero che questa iniziativa serva far avere cognizione alle autorità e agli enti preposti che questo problema sta a cuore a moltissimi Italiani. Ringrazio, Giuseppe Cianciulli (4 ottobre 2012)

  • Ezio di Chiaro: Eccomi per presentarvi ancora un raro generatore RF proveniente dai laboratori Geloso utilizzato agli inizi degli anni cinquanta per lo sviluppo della FM. Con questo generatore (ne possedevano solo due esemplari in laboratorio) furono realizzati e tarati i primi prototipi dei sintonizzatori valvolari. Si tratta del famoso Boonton, azienda che era sinonimo di precisione e garanzia riguardo la strumentazione di allora. In seguito credo fu assorbita dalla HP. Si compone di un alimentatore, il generatore e un'antenna Test-Loop per calibrazioni. Nella foto ho inserito anche il sintonizzatore G 430, il primo sintonizzatore valvolare FM realizzato in Geloso nel 1950, nato per essere collegato agli apparecchi sprovvisti della gamma FM. Allego anche una scansione spesso inserita a fine pagine di molti bollettini che illustra il laboratorio ricerche e sviluppo ove si intravedono chiaramente i due generatori menzionati.(03 ottobre 2012)

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  • Antonio Maida ci invia una copia della lettera inviata a diversi giornali sull'"ennesimo arbitrio della nostra cara RAI". Pubblichiamo e sottoscriviamo totalmente (27 settembre 2012):

Cessazione trasmissioni Onde Medie in Campania   18 settembre 2012

Salve, sono un appassionato di radio d'epoca e collezionista; purtroppo la RAI, pur dichiarandosi "SERVIZIO PUBBLICO" ha in passato cessato le trasmissioni del secondo e terzo programma radio, lasciando in onda solo il primo. Il giorno 18 settembre, improvvisamente, alle ore 10,30 ha cessato di trasmettere in Campania (657 kHz) anche il primo programma. Ci sono voluti due giorni per riuscire a contattare RaiWay per avere la conferma della definitiva dismissione. Il motivo ufficiale è che le trasmissioni proseguono  in modulazione di frequenza, ma non tengono conto che queste trasmissioni sono affollatissime e caotiche e non raggiungono tutte le località. Il vero motivo è che le trasmissioni in onde medie sono divenute poco redditizie ai fini della pubblicità, ma allora il canone a che serve? Da tener presente che in Francia, Spagna, Stati Uniti ecc le onde medie sono attive e nessuno pensa di spegnerle. Altro fatto anomalo italiano è che nessun organo di stampa ha dato la notizia. Bel risultato nel Paese, patria di MARCONI !!!! Faccio presente pure che a Budrio (Bologna) il 9 agosto del 1936, fu inaugurata da Guglielmo Marconi la prima Broadcasting ad onda media, all’interno vi erano trasmettitori costruiti dalla Marconi di Genova e progettati personalmente dall’Inventore della Radio. Il centro doveva diventare un Centro Studi , in particolare nel campo della Radio, invece, sta per essere demolito….per far posto ad un centro commerciale! Già in passato il nostro Paese non ha dato esempi di riconoscimento a Guglielmo Marconi,che fu costretto a trasferirsi in Inghilterra per brevettare la sua invenzione; oppure ricordare che lo storico panfilo Elettra, che era la nave laboratorio,dove Marconi effettuava gli esperimenti per le trasmissione a lunga distanza, dopo varie vicissitudini, fu lasciata marcire nel porto di Trieste, dove, negli anni ì70, fu fatta a pezzi e trasportata a terra in varie località italiane. Si poteva ritenere che, oggi, si tenessero maggiormente in conto, i patrimoni storici e culturali, invece continuano a prevalere le logiche del profitto, affossando, con questi provvedimenti, un secolo della nostra storia. Occorre anche tener presente che in Italia esistono diversi cultori della Radio, con varie associazioni come: AIRE (Associazione Italiana Radio d’Epoca), Club Antique Radio, ARI (Associazione Radioamatori Italiani) Collezionisti e Restauratori di antiche radio, semplici radioascoltatori che ricevevano solo le Onde Medie. Nella speranza che questo appello possa bloccare il totale sterminio di  tali valori saluta  distintamente                 Antonio Maida


  • Ezio di Chiaro, noto cultore della storia della Geloso, ci ha recentemente scritto per metterci al corrente di una importante acquisizione: "Volevo renderti partecipe insieme a tutti gli amici che frequentano il tuo sito della mia grande soddisfazione per aver ricevuto della strumentazione professionale storica appartenuta all'ing. Geloso. Si tratta di un generatore B&K degli anni cinquanta che l'ing. Geloso utilizzava personalmente in camera anecoica per le sue ricerche acustiche e nella progettazione dei microfoni che lui conduceva personalmente con alcuni collaboratori. Oltre a questo splendido reperto ho ricevuto altra strumentazione molto interessante in seguito se può farti piacere ti faro pervenire altra documentazione con relative foto. Ed ora un po' di cronistoria: tutto il materiale ricevuto proviene dell'amico Alessandro Parmigiani, ex capo reparto TV della Geloso purtroppo venuto a mancare qualche mese fa, lui era riuscito dopo la chiusura della Geloso a recuperare molto materiale storico e a conservarlo gelosamente nella sua collezione privata. Dopo il suo decesso i suoi familiari dovendo fare spazio e sapendo che io sono sempre stato interessato al materiale molto gentilmente mi hanno offerto tutta la collezione che ho accettato con molto entusiasmo e gratitudine Ora con calma sto cercando di fare un inventario del tutto catalogandolo ed in seguito sarà inserito sul nostro sito. Allego qualche foto di questo pezzo storico. Ps nella biografia Geloso stampata da Mose edizioni a pagina 26 si intravedono strumentazioni analoghe utilizzate nei reparti"
    Foto1 Foto2 Foto3 Foto4 Foto5 Foto6 Foto7 (5 luglio 2012)

  • Ci scrive Federico Cremonesi: "Vi invio in allegato due interessanti immagini, tratte dal catalogo Breda dell'ETR 300 "Settebello", nelle quali è riprodotta la cabina radiotelefonica installata su questo famoso elettrotreno delle Ferrovie dello Stato degli anni '50. Il testo del catalogo spiega che l'apparecchiatura illustrata, fornita dalla Siemens, prevede:
    - un apparecchio radio per la ricezione e diffusione lungo tutto il treno, mediante altoparlanti, di programmi radiofonici;
    - un citofono per la diffusione di annunci a mezzo microfono o messaggi registrati su nastro magnetico;
    - un apparecchio telefonico a onde convogliate che, attraverso il pantografo del treno e la linea aerea di alimentazione, consentiva ai viaggiatori di mettersi in comunicazione durante il viaggio con le reti telefoniche urbane
    "
    (13 giugno 2012) (foto 1 foto 2)

  • Una lettera di Nicola del Ciotto ha suscitato la mia curiosità: "Caro Leonardo, avevo preparato un file per mandartelo a Gennaio ma tu, in un certo senso e involontariamente, mi hai preceduto in qualcosa costringendomi a spedirlo subito con un Post Scriptum. Il caso certe volte! Quando aprirai il file vedrai!" Il file in questione riguarda la bellissima valvola trasmittente CWL860, utilizzata in un'applicazione a dir poco originale; il post-scriptum si riferisce invece a un'immagine pubblicata su questo sito con gli auguri di Natale...(L.M. 28 dicembre 2011)

  • Ci scrive Carlo Bramanti: "Caro Leonardo ti invio una curiosità che, se non ti scandalizza, puoi mettere sul tuo sito sul download o su autocostruzione. Recentemente ho reperito un volumetto scritto da Antonio V. Guccione, intitolato K-BIODETECTOR dove è descritta la fisica del dipolo-pendolo e dell’onda K-differenziata della materia, edito a Napoli nel 1967 e che descrive la costruzione di questo apparato. Fermo restanti i dubbi che possono sorgere sulla radioestesia, questa realizzazione di Giambattista Callegari risalente al 1947, può invitare anche i cultori della radiotecnica più curiosi a sperimentarla..." Ecco, per i più curiosi, l'articolo completo. (10 marzo 2011)


  • Lettera di Ezio di Chiaro: "L'altra sera con l'amico Fanco Perna siamo stati invitati alla presentazione del libro patrocinato dal comune di Milano sulle attività industriali della zona Quattro che comprende Porta Vittoria, Porta Romana, via Mecenate e zona Corvetto. Il libro tratta la storia e testimonianze di quella che fu l'industria a Milano fino agli anni settanta. Il Libro si intitola "Storie Industriali" frutto di molteplici interviste e testimonianze di persone che hanno vissuto quel periodo a cura del giornale Quattro, in cui siamo stati inseriti anche noi con foto ed interviste fatte a casa mia sulla storia della Geloso dal giornalista Sergio Biagini. Il libro è ricchissimo di notizie e foto di quasi tutte le aziende che operarono in zona Quattro, come Geloso ,Mivar , Lesa, Cinemeccanica , Tibb. Lagomarsino Eccc... Erano presenti molti personaggi noti della politica milanesi come il presidente del consiglio comunale di Milano Manfredi Palmieri altri giornalisti della Stampa, I i curatori del libro ed il presidente della zona quattro Paolo Zanichelli. Allego la locandina del libro e la zona dove erano ubicate dette aziende, due file uno sulla Lesa e l'altro sulla Geloso, interviste realizzate dall'amico Giornalista Sergio Biagini ed inserite nel libro. Inoltre visto che ero a Milano ho provveduto a fotografare (foto1 foto2) il vecchio stabilimento ex Lesa  (oggi adibito a sfilate e congressi sulla Moda)" (5 dicembre 2010)


  • Ci scrive Franco Nervegna per segnalare la mostra-scambio La Radio, il Suono che si terrà a Piana delle Orme dal 18 al 20 febbraio 2011 (vedi locandina)  "Vorrei sottolineare che la manifestazione sarà dedicata esclusivamente alla Radio, in tutte le sue forme, ed all'alta fedeltà e sarà articolata in due settori. Nel primo espositori qualificati proporranno radio d'epoca, apparati per radioamatori, surplus militare, antenne , dischi in vinile, valvole, amplificatori, casse acustiche, giradischi, componentistica, editoria specializzata e molto altro materiale di qualità. Nel secondo saranno esposti esemplari di importanza storica (ampiamente documentati) che copriranno un periodo temporale che va dagli anni '30 agli anni '70. Sarà allestita anche una aula didattica con riproduzioni funzionanti dei primi apparecchi marconiani e saranno tenute delle mini conferenze sulla storia, la tecnica ed il restauro della radio e dell'HI-FI. Maggiori informazioni si potranno avere sul mio sito: www.franconervegna.it ; l'ingresso è gratuito." Franco Nervegna IZ0THN (2 dicembre 2010)


  • Ezio di Chiaro (email) ci scrive tra l'altro per complimentarsi per il cd-rom sulla Lesa, e aggiunge: "...peccato arrivo in ritardo avresti potuto inserire una mia rarissima foto che ti allego come curiosità. La foto fu scattata per caso negli anni cinquanta da un amico uscito in fretta e furia sul balcone di casa attirato dalle urla a causa di un incidente tra una moto ed una vettura si nota la motocicletta a terra mentre frontalmente svetta il marchio Lesa della sede centrale di via Bergamo a Milano". (12 novembre 2010)


  • Ci scrive Alessandro Ranzo (email) da Roma: "Salve, sono un ragazzo di 26 anni. Fin da piccolo avrei voluto costruire un ricevitore a cristallo tuttavia sia per colpa dell'età, sia per indisponibilità dei materiali necessari, sia perchè nessuno in famiglia aveva le competenze per aiutarmi, non sono riuscito nell'intento. Ora faccio ingegneria informatica, bene o male qualche conoscenza anche nell'ambito dell'elettronica l'ho acquisita così ho realizzato alcuni dei progetti presentati sul suo sito. In particolare:
    - La radio a cristallo con rivelatore a ponte.
    - La radio FM a super reazione.
    - La radio a cristallo onde corte.
    - Una tipica radio AM a cristallo con bobina-diodo e condensatore variabile.

    Ho anche effettuato altri esperimenti quali la realizzazione di un "diodo artigianale" tramite una lametta e una punta di matita, oppure  tramite un piattello di hard disk e un filo rigido, un condensatore
    variabile fatto con due piatti usa e getta... Nulla di eccezionale ma penso che sarebbe utile per chiunque voglia cimentarsi nella realizzazione di un progetto, anche vedere un possibile risultato finale. A tale scopo vi linko uno dei miei video caricati su youtube dal quale poi potrà accedere a tutti gli altri:
    Cordiali saluti e complimenti per il sito!
    " (29 luglio 2010)


  • Marco Gilardetti ha inserito questo post sul forum. Dato l'argomento, i riferimenti storici e i link pensiamo sia utile inserirlo stabilmente in questa pagina.

    "Sono incappato del tutto casualmente in uno splendido articolo di Giorgio Villa dedicato allo spegnimento del canale televisivo C in VHF, una delle tante brutte operazioni che la RAI ha condotto per demolire la radio approfittando dell'occasione del passaggio della TV al "meraviglioso" digitale terrestre.

    Grazie al canale C, difatti, tutti gli italiani del nord-ovest avevano ricevuto finora sulle radio FM l'audio del primo canale televisivo, la cui componente audio era collocata a 87,75 MHz. Ricordo personalmente di averlo usato piu' volte da ragazzo per registrare le sigle dei cartoni animati e delle trasmissioni TV collegando la radio ad un registratore a nastro. All'epoca, difatti, accadeva questo fatto strano: le trasmissioni televisive erano belle ed erano molto belle anche le sigle delle medesime.

    Ad ogni modo, l'ennesimo colpo alle radiotrasmissioni italiane, condotto nel piu' totale disamore per la storia della radio. Personalmente vedo il futuro nero. Provo una vergogna personale nel constatare, da cittadino torinese, in quale pietoso stato siano ridotte le radiotrasmissioni proprio in questa citta' in cui tutto a suo tempo e' nato.

    Comunque, buona lettura con questo interessante articolo. Vi consiglio di proseguire con l'altrettanto interessante "La storia (riservata e grottesca) della nascita della TV in Italia" di cui troverete il link a fondo pagina." (5 febbraio 2010)


  • Ancora un po' di nostalgia, questa volta da Venezia. Adriano Scarpa ci racconta, in una pagina illustrata, i suoi primi passi di appassionato di tecnologie in generale e di radio in particolare, negli anni subito dopo la guerra, fino alla gestione del negozio di ricambi... (8 ottobre 2009)


 

  • Un nostalgico contributo di Salvatore Scorza: "...vi allego un paio di pagine in cui sono stati congelati alcuni frammenti della mia vita, istanti che, credo, qualcuno di voi con la mia stessa passione, ha vissuto come me..." (11 giugno 2009).


 

  • Ci scrive Lele a proposito degli articoli sulla riproduzione di manopole: "incuriosito dal tema in oggetto, ho cercato di fare la mia esperienza in merito, leggendo attentamente quanto sul sito e sul web in generale. Ho quindi pubblicato le mie impressioni e le mie esperienze, nella speranza che possano essere di aiuto ad altri.
    Il mio articolo non vuole dettare metodiche peraltro già perfettamente trattate nel vostro sito ma essere parte integrante di un'esperienza che, come spesso accade, matura con la pratica e l'errore. Il mio invito è a leggerlo e ad esprimere la propria opinione. Ogni critica è bene accolta e sempre considerata costruttiva". (3 giugno 2009). Consigliamo una lettura attenta del contributo, apparso sul blog all'indirizzo qua sotto.
    http://www.radioservicing.com


  • Carlo Recla ci manda una breve, ma interessante storia della Allocchio Bacchini (5 maggio 2009):

"Vorrei portare la mia testimonianza sulla vicenda dell’Allocchio Bacchini, dato che di tale Azienda, per quanto ne so, restano soltanto alcuni degli apparecchi prodotti e i relativi schemi elettrici. Carlo Recla"

ALLOCCHIO BACCHINI  STORIA DI TRE AZIENDE

Allocchio Bacchini è un binomio che ha rappresentato, nel secolo scorso, una pietra miliare nella storia dell’industria elettronica italiana ed è riconducibile a tre diverse Aziende milanesi che operarono per cinquant’anni
complessivamente: la Allocchio Bacchini & C., la ABC Radiocostruzioni e la Radio Allocchio Bacchini. Va citato pure il nome Radialba, legato al marchio di alcuni apparecchi prodotti, che tuttavia non credo fosse una ditta a sé stante. Alla fine della prima guerra mondiale  i due fondatori, appunto l’ingegner Allocchio e l’ingegner Bacchini, grazie alla loro precedente esperienza, decisero di produrre strumenti elettrici di misura dapprima a bobina mobile, come voltmetri ed amperometri, virando poi dall’elettrotecnica all’elettronica con la successiva produzione di strumenti sempre più sofisticati, come per esempio oscilloscopi. Già in quegli anni venne assunto, come ingegnere progettista, Arturo Recla, la cui presenza risultò costante in tutte e tre le Aziende citate. Si trova ancora in alcune biblioteche il suo libro intitolato appunto “strumenti elettrici di misura”.

 Ma la grande novità di quegli anni era la radio e ben presto gli sforzi dell’Azienda s’indirizzarono in quella direzione. Anche il governo dittatoriale dell’epoca ben comprese come la radio potesse rappresentare un utilissimo strumento di propaganda politica, ma restava il problema dei prezzi: il popolo difficilmente poteva permettersi di acquistare tali apparecchi, perché troppo cari, e ciò valeva anche per quelli più semplici, a galena, che oltretutto si ascoltavano in cuffia rendendo difficile il coinvolgimento di tutto il nucleo famigliare. Venne quindi bandito un concorso statale per la produzione di un  apparecchio radio a basso costo, concorso che coinvolse tutte le Aziende italiane del settore , e che venne vinto proprio dall’Allocchio Bacchini, con un moderno apparecchio dotato di altoparlante e che beneficiava di uno schema elettrico rivoluzionario per risparmiare almeno una delle costose valvole termoioniche che venivano a quei tempi impiegate prima dell’avvento di transistor e circuiti integrati, e, grazie a un’intuizione particolarmente felice del suo progettista, intuizione che venne brevettata, il costoso condensatore variabile che veniva utilizzato per la sintonia venne sostituito da un economico condensatore fisso, rendendo mobile per la sintonia la ferrite interna dell’induttanza di alta frequenza. Anche di tale invenzione si può tuttora trovare documentazione in un'altra pubblicazione del prof. Recla, che nel frattempo aveva già progettato apparecchi per auto. Suo uno studio comparso sulla rassegna  “Radio industria” già nell’aprile del 1935! Ma l’Azienda era ormai impegnata nel campo della televisione: forse il primo prototipo in assoluto di televisore prodotto in Italia fu quello messo a punto dal progettista dell’Allocchio Bacchini ed è esposto al museo della scienza e tecnologia di Milano. La seconda guerra mondiale costrinse  ad occuparsi esclusivamente di apparecchi bellici e anche la ricerca fu giocoforza indirizzata in tal senso fino a realizzare un apparecchio molto simile a quello che sarebbe stato il radar. Terminato il conflitto terminarono anche le commesse militari, l’Allocchio Bacchini si ritrovò in crisi di liquidità e dovette chiudere. Lo  stabilimento di corso Sempione venne successivamente rilevato dall’Editoriale dell’ing. Sisini che già allora pubblicava La Settimana Enigmistica, uno dei pochi periodici di quell’epoca che ancora sopravvivono oltretutto senz’alcuna necessità di essere modificato. Trovatisi senza lavoro, tre dirigenti dell’Allocchio Bacchini, Raffo, Recla e Ferri (quest’ultimo tuttavia diede ben presto le dimissioni) fondarono l’”ABC Radiocostruzioni” che già col nome, dalle iniziali della Allocchio Bacchini & C,  voleva essere il logico proseguimento dell’attività interrotta.

Avvalendosi dell’esperienza nel campo degli apparecchi economici, venne subito progettato un nuovo apparecchio radio con un occhio attento alle prestazioni, ai massimi livelli, ma con un costo contenuto: per esempio l’altoparlante, che a quei tempi era solitamente coperto da una costosa tela speciale, venne nascosto da un semplice cartone forato che, verniciato in giallo paglierino, faceva una bellissima figura a un costo quasi irrisorio. Anche in tale nuova Azienda vennero condotti costosi studi e realizzazioni di prototipi di televisori e tali investimenti causarono anche qui problemi di liquidità. Nel frattempo il cav. Gianni Viganò, industriale veneto nel campo delle montature di occhiali, aveva riscosso nel suo ambito un notevole successo (ricordo qui il brevetto “sferoflex”, geniale trovata per rendere, con una molla e una piccola sfera, le stanghette degli occhiali al tempo stesso più robuste ed elastiche), disponendo di capitali da investire, da un lato creò una catena di negozi di ottica, l’Istituto Ottico Viganò, oggi Salmoiraghi Viganò, e dall’altro, intuendo lo sviluppo che ci sarebbe stato nel campo della televisione, decise di far risorgere il marchio Allocchio Bacchini che ancora godeva di grande prestigio. Dovette tuttavia, probabilmente per evitare richieste di creditori della passata gestione, cambiare ragione sociale, e così nacque la Radio Allocchio Bacchini con sede in via Ornato, a Niguarda, all’estrema periferia di Milano.

Venne chiamato il dott. Recla, progettista storico della vecchia Allocchio Bacchini, che liquidò i creditori dell’ABC chiudendo la Ditta e si mise al lavoro su un numero incredibilmente ampio di apparecchi d’uso domestico, senza trascurare la televisione a colori. In questo settore la nuova Allocchio Bacchini investì molto, come del resto fecero le principali industrie elettroniche italiane, che già cominciavano a subire la concorrenza orientale. Quando l’industria italiana fu pronta a produrre i televisori a colori, e la Rai pronta a trasmettere dopo aver speso molto per convertire gli impianti al colore, sostituendo le telecamere e tutto il resto, inspiegabilmente il governo dell’epoca ne giudicò azzardata l’introduzione in Italia, vietando alla Rai le trasmissioni a colori se non per brevi prove tecniche in orario di lavoro. E così la Radio Allocchio Bacchini fu costretta a chiudere, come quasi tutta l’industria elettronica nazionale, dissanguata da investimenti dei quali non poteva raccogliere i frutti, e scomparvero così insieme con lei nomi prestigiosi e ricchi di storia, come Geloso, Radiomarelli e tanti altri. Pochi anni dopo, quando, fatalmente, venne tolto l’embargo, noi italiani comprammo televisori provenienti dall’Olanda, dalla Germania quando non addirittura dall’Oriente. Coincidenza curiosa, oggi tanto lo stabilimento di corso Sempione che quello di via Ornato sono stati entrambi trasformati in alberghi.
Chi avesse la possibilità di aggiungere testimonianze o
correzioni alla ricostruzione storica che ho ritenuto di
fare, mi farà cosa gradita se vorrà farlo
all’indirizzo carlo.recla@yahoo.it  Grazie.
 

(Le immagini dei loghi sono state aggiunte da noi)
 


 

  • Riccardo Simonetti ci segnala un curioso anacronismo cinematografico (10 luglio 2008): "Invio il filmato di A qualcuno piace caldo (Some likes it hot, Billy Wilder, 1959), dove il caratterista Joe E. Brown sembra utilizzare un Hallicrafters S20-R per una telefonata dal suo yacht. Cosa chiaramente impossibile, anche perchè il film è ambientato nel 1929 mentre il ricevitore è di dieci anni più tardi..."


  • 20 giugno 2008: riceviamo dalla Svizzera questa lettera di Nicolangelo Lombardoni: "purtroppo una brutta notizia: lo storico trasmettitore in OM del Monteceneri a nord di Lugano, sarà spento prossimamente. Abbiamo da tempo cercato di fare presente che molte persone ascoltavano il primo programma della Radio Svizzera Italiana in tutto il nord Italia, dalla Liguria al Trentino ed anche fino da Bologna. Posso confermare personalmente che con una normalissima autoradio (quasi d'epoca) non ci sono grossi problemi. Il programma non contiene nessuna pubblicità se non locale e quindi non dovrebbe disturbare interessi vari. Forse i commenti indipendenti sul "caso Italia" potrebbero dare fastidio, ma questa non è cosa da vecchie radio. Scusatemi per lo sfogo, ma è una perdita che oserei definire storica."

Questa notizia è apparsa anche sul sito di Italradio. Aggiungiamo questo link per chi volesse sapere qualcosa in più su questa storica emittente


 

  • Ci scrive Ezio di Chiaro: "In riferimento all'articolo apparso sul tuo sito riguardante il quarantesimo anno della morte dell'ing. Giovanni Geloso, devo precisare che la data della morte non è il 1968 ma il 01 febbraio 1969 come ben si legge sulla sua tomba nel cimitero di Savona dove riposa. Quanto da me asserito è confermato anche dall'ing Edgardo Velicogna direttore tecnico della Geloso e membro del consiglio di amministrazione fino al 1969, ti allego due foto storiche (foto1, foto2) dell'ing. Velicogna con l'ing. Geloso inedite oltre ad una mia foto in compagnia del collega Franco Perna ex progettista Geloso fatta questa estate a Milano a casa dell'ing Velicogna in occasione di una visita di cortesia. L'autore probabilmente è stato tratto in inganno dalla lettura del bollettino 108 -109 ove si legge che nel 68 la salute dell'ing Geloso era peggiorata, ma non si riferisce alla sua morte . L'articolo riguardante la storia dell'ing. Geloso inserita nel bollettino 108 -109 a firma di G.G.D. è stato scritto dalla figlia Gianfranca Geloso Domini. Ti allego anche la foto fatta questa estate in compagnia dell'amico Luca Pittaluga di Genova e Franco Perna in occasione di una visita alla tomba dell'ing Geloso nel cimitero di Savona. Purtroppo in quella occasione abbiamo appreso che che sua figlia Gianfranca era appena deceduta due settimane prima ed in procinto di essere sistemata accanto a suo Padre. Se vuoi allegarla al tuo articolo a completamento della storia della sua morte fai tu. Inoltre allego la foto di mio figlio Paolo con la storica insegna, ed una pagina publicitaria tratta dai famosi BOLLLETTINI dei microfoni serie " LAVALIER" che utilizzava come testimonial l'mmagine dell'amico Franco Perna progettista di notevole talento...". Un sincero ringraziamento a Ezio per le preziose informazioni e le belle fotografie. (19/05/08)


  • Una interessante segnalazione di Aurelio Bay: "Vi mando la copia di due pagine dell' Annuario Tecnico Industriale del 1902. Contiene probabilmente uno dei primi inviti (in Italia) alla autocostruzione di un sistema ricetrasmittente. Non e' certamente il primo, poiché l'articolo cita la rivista Cosmos... Chissà se questa rivista si trova in qualche biblioteca. Saluti, Aurelio". (notate in che modo viene proposta la costruzione di un semplicissimo coherer...) (05/08)


  • Luciano Loria ci scrive a proposito dei suoi Theremin: "... Il theremin sembra che abbia davvero tanti estimatori, tanto che molti mi hanno contattato chiedendomi aiuto e consigli per la costruzione. I più attenti ed esigenti auto-costruttori mi hanno fatto notare alcune mancanze ed inesattezze sullo schema elettrico e su quello di montaggio. Parlo del primo modello presentato, quello a 5 valvole; per rispondere globalmente alle numerose e-mail che ricevo, con richieste di doverose precisazioni, ti invio il file riveduto e corretto, affinchè tu possa sostituirlo". (09/07)


  • N. Lombardoni ci scrive dalla Svizzera: "Salve, invio due pagine di una rivista locale con una descrizione del museo della Associazione Museo Radio che si trova proprio sotto l'antenna superstite della storica Radio Monteceneri. Se ritenete di segnalarlo agli appassionati, ve ne saremmo molto grati. Resto a disposizione per ogni chiarimento" (06/07)



  • Lettera di Mario Pagani, studente del Liceo Scientifico L. Respighi di Piacenza (05/07) Resoconto di una giornata speciale, nella quale si è effettuata una comunicazione radio con gli astronauti della Stazione Spaziale.


  • Cronaca di una morte annunciata: l'abbattimento dell'antenna di Radio2 O.M. di Bologna.  Di Rino Zacchiroli (04/07) - (Riportiamo il testo e le immagini di un intervento apparso sul numero di marzo 2007 de "La scala parlante" senza aggiungere alcun commento)


"...pensando a questi favolosi TV moderni con schermo piatto, mi sono ricordato di aver letto un articolo tanto tempo fa riguardante dei tubi catodici piatti. Dopo circa tre giorni di ricerca nella montagna di riviste visionate, ecco un articolo riguardante i primi tubi catodici piatti della storia tratti dalla rivista " RADIO e TELEVISIONE n.53 del 1955..."


  • Mostra "Collection & Cult", Napoli Ottobre 2006 - Lettera di Antonio Maida (11/06)

"Nel complesso monumentale San Severo al Pendino, in pieno Centro Storico a Napoli e col patrocinio del Comune, si è svolta dal 16 al 31 Ottobre 2006, un’interessantissima mostra “Collection & Cult” che ha consentito ai numerosi visitatori di compiere un viaggio virtuale nel tempo e nella musica. Nella mostra si potevano ammirare ed ascoltare rarissimi documenti sonori incisi su vecchi 78 giri: dalle prime incisioni autobiografiche di Marconi, ad un rarissimo Inno del Piave oltre a preziose  incisioni di Caruso ed altri artisti dell’epoca. Non sono mancati inoltre documenti ed incisioni sull’epoca d’oro della Canzone Napoletana. L’ampia rassegna discografica è stata curata da Salvatore Friscia, un arzillo ultraottantenne collezionista di otre 6000 "78 giri", scrupolosamente catalogati e custoditi. In un’altra sezione della Mostra, curata dal Collezionista ed autore di numerosi articoli sulla Radiofonia, Antonio Maida, erano esposti ricevitori registratori giradischi dagli anni ’20 fino ai giorni nostri. Il visitatore poteva rendersi conto dell’evoluzione del mezzo sonoro, dalla radio a galena ai moderni ricevitori a transistor. Per illustrare brevemente alle numerose scolaresche che hanno visitato la mostra vi erano delle tabelle esplicative per ripercorrere le tappe della radiofonia  e  tutte le applicazioni che ne sono scaturite. La manifestazione ha destato un notevole interesse nel numeroso pubblico con  un ampio risalto sulla stampa nazionale e cittadina, a dimostrazione che iniziative culturali promosse da volenterosi appassionati in questo campo, hanno la loro validità anche in un contesto difficile come quello dell’area napoletana." (Vedi qualche immagine della manifestazione: 1, 2, 3, 4, 5, 6)


"Per la produzione anni venti trenta e primi anni quaranta vi è una ricca documentazione ricavata da pubblicità e da pubblicazioni d’epoca. Inoltre le ditte produttrici non erano tantissime. Anche dalla seconda metà degli anni ’50 le cose diventano abbastanza  semplici grazie agli annuari dell’ANIE dove è documentata gran parte della produzione industriale.

Il periodo più buio rimane fra il ’43 e il ’54, dove agli eventi bellici si sovrappone una caotica ripresa industriale che coinvolge anche il settore radio. Ditte famose chiudono ma aprono una miriade di piccoli produttori che spesso durano pochi anni limitando la produzione a pochi modelli di cui adesso non rimane traccia. Il metodo di datare un apparecchio dalle valvole che monta è poco preciso perché in quel periodo spesso i costruttori montavano quello che c’era. Soprattutto nei primissimi anni del dopoguerra non è insolito trovare montati tubi che erano state costruite per apparati militari, come le E1R al posto delle ECH o le P2000 tedesche.

Per alcune ditte risalire all’anno di produzione è semplice. Minerva utilizza per i suoi modelli un codice numerico che contiene anche l’anno di produzione.  Così il mod 386 è del 1938 e il 515 è del 1951. Anche  Philips dopo il '45 usa un sistema simile. Ad esempio, BI 460 la seconda cifra ci indica l’anno, 1946 appunto. Così vediamo che Philips produsse il primo rimlock nel 48, ma anche che, nel 49 su alcuni modelli montava ancora serie rossa o valvole miste. Come il BI 490A del 49 che montava sulla prima serie solo serie rossa e sulla seconda anche due rimlock (AZ41 ed EL41).

Per sapere se un apparecchio è prima del 50 o dopo torna più utile la scala parlante che, a quell’epoca, era ritenuta importante ed era sempre aggiornata. A partire dal 1950 all’Italia fu tolta la frequenza a circa 550 dove trasmetteva Bolzano. Perciò, se guardiamo la scala di un apparecchio dove Bolzano è indicata presso i 450 e raggruppata ad altre emittenti (Torino – Firenze – Napoli – Venezia) la radio è stata costruita dopo il 50. Fra il 46 e il 48 ma non sono sicurissimo delle date è stata in uso anche la rete azzurra e la rete rossa e molte scale riportano le stazioni italiane suddivise appunto con quei colori."



  • Come si ascolta la radio - Lettera di Carlo Coletta 16/10/06. "Scansionando delle pubblicazioni d’epoca ho trovato un articolo che è incredibilmente attuale, nonostante i 71 anni che porta sulla cellulosa. Quando delle persone mi chiedono perché riparo radio vecchie…gli rispondo perché c’è magia…..quella che manca nelle azioni che eseguiamo tutti i giorni…..quella che manca nella televisione di oggi (e che stranamente si inizia a ritrovare nella radio…), quella che manca nei modelli di vita che la società cerca di farci seguire a tutti i costi in nome del dio denaro." (scarica l'articolo - file pdf, 1,29Mb)


  • Vecchie Radio? Modificatele così! - Lettera di E. Di Chiaro 25/09/06. "Sono Ezio visionando vecchie riviste tra cui RADIORAMA del 1963-64 mi sono imbattuto in un articolo che mi ha particolarmente colpito, il come venivano trattate le vecchie radio in quegli anni. In particolare la foto di quel signore che con la sega taglia le gambe a quella meravigliosa radio. Ora capisco dove sono andati a finire quei meravigliosi mobili che equipaggiavano le vecchie radio ,ormai introvabili frutto anche di consigli scellerati di queste riviste...". (scarica l'articolo - file pdf, 950Kb)




 

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