Tecnica - Le Radio di Sophie - Technics

Addio al Broadcasting - 1

Considerazioni - sempre sulle Onde Medie

In questi giorni si è detto e scritto di tutto. Dal momento della cessazione ufficiale del servizio RAI in Onde Medie si sono levate voci di indignazione, di rifiuto e di speranza. Ho letto articoli in cui si sostiene che la dismissione del servizio possa essere un azzardo per la sicurezza, altri in cui si dice, al contrario, che i trasmettitori in onde medie costituivano un pericolo a causa dell'inquinamento elettromagnetico. Ho letto ancora che alcuni Paesi avanzati, come il Regno Unito, sarebbero in controtendenza e addirittura starebbero pianificando il mantenimento e il potenziamento della rete.

La situazione, a mio avviso, è piuttosto semplice, e si può riassumere in pochi punti.

1) La dismissione attuale del servizio Rai non è altro che il punto d'arrivo di un percorso iniziato più di venti anni fa, tra l'indifferenza generale. Nel 1999 si decise che le trasmissioni in AM sarebbero state soppresse, e si cominciò con le Onde Corte, che servivano soprattutto gli ascoltatori italiani all'estero. Senza che nessuno se ne accorgesse sparì anche la filodiffusione, un servizio in onda lunga diffuso attraverso la rete telefonica. Poi si eliminarono due delle tre reti Rai a onde medie (Radio2 e Radio3) e contemporaneamente furono spenti e abbattuti numerosi trasmettitori. Fece scalpore la demolizione del trasmettitore di Budrio (BO), legato alla memoria di Marconi, per far posto a un centro commerciale. Da più di 90 che erano negli anni '70 le antenne divennero 12 negli ultimi anni, e molte con potenza ridotta. Alla fine del 2021 il servizio AM era di fatto ridotto a una presenza puramente nominale, dato che la gran parte del territorio - specie al Sud - non riceveva più alcuna stazione.

2) Gli appassionati di radio d'epoca e altri gruppi sensibili e consapevoli della portata di questi mutamenti fecero appello ai vari Governi, con lettere e petizioni, nel tentativo di bloccare almeno in parte la soppressione del servizio, facendo notare tra l'altro il ruolo culturale e storico della rete Radio per eccellenza, che costituiva il livello più democratico di diffusione dell'informazione, essendo ricevibile dovunque e con pochi mezzi. Queste proteste non hanno mai avuto risposta, essendo petizioni provenienti da esigue minoranze.

3) Nel 2018 le Onde Medie hanno cessato di essere monopolio esclusivo della Rai e sono state messe a disposizione di aziende e imprenditori privati, dietro presentazione di una apposita domanda contenente anche un piano operativo (potenze, contenuti e orari delle trasmissioni). A tutt'oggi qualcuno ha risposto, e su una apposita pagina di Wikipedia è possibile vedere la situazione aggiornata dei trasmettitori, con ubicazione e potenza. Si possono notare alcune cose, tra cui la maggiore presenza di stazioni al Nord, e l'esigua potenza trasmessa, che in un solo caso tocca i 5kW. Occorre precisare che, anche in questo settore, le frequenze sono regolamentate per legge e contemporaneamente possono essere perseguite come "pirata" tutte le trasmissioni non approvate, anche se effettuate con potenze minime.

4) Negli altri stati europei la situazione è simile, mentre negli Stati Uniti vengono ancora mantenute numerose stazioni. Probabilmente è una scelta economica, dato che gli immensi territori degli stati centrali possono essere ben serviti da un sistema come questo. Infatti sono stati fatti alcuni passi avanti nella tecnologia, per esempio con l'introduzione delle trasmissioni stereo in AM per le quali esistono gli standard C-QUAM puramente analogico e il più recente IBOC, un ibrido analogico-digitale. Dunque, secondo le rigide regole del mercato, le tecnologie rimangono attive e vengono potenziate dove possono essere produttive. Altrove muoiono, a meno di non essere mantenute in vita con sovvenzioni pubbliche.

5) Dall'inizio del millennio a oggi la diffusione dell'informazione e dell'intrattenimento ha preso strade nuove e altamente efficienti, grazie soprattutto allo sviluppo delle tecniche digitali e di internet. I concetti stessi di Radio e di Televisione sono profondamente mutati, come abbiamo già discusso altrove in queste pagine. Se vogliamo, anche il Cinema rientra in questa rivoluzione. Tutto diventa fruibile privatamente e indipendentemente da frequenze e orari di trasmissione, grazie al podcast, allo streaming, al DAB e all'alta risoluzione dei dispositivi domestici. In questo rientra anche la Radio.

Alla luce di queste considerazioni si possono fare delle previsioni ragionevoli sul futuro della Radio AM in Italia. Non vorrei sembrare troppo pessimista, ma per gli imprenditori privati la vedrei un po' complessa, la sfida delle Onde Medie. Può darsi che esista qualche bacino del Nord Italia sufficientemente popoloso da giustificare l'investimento da parte di inserzionisti pubblicitari. Occorre chiedersi: quante persone al giorno d'oggi possiedono un ricevitore AM che utilizzano regolarmente, a casa o in auto? Quante persone sceglierebbero la ricezione di scarsa qualità e ricca di disturbi rispetto a una qualsiasi alternativa, dall'FM in su?

Il punto è che in qualsiasi punto del mondo ti trovi puoi sempre contare su qualunque radio presente nel web, e sappiamo che trasmettere sui canali digitali non costa proprio nulla. Anche le FM sono a rischio per questo motivo, e vengono dismesse già in alcuni Paesi. Cosa possiamo inventarci allora per mantenere attivo un trasmettitore a onde medie con copertura almeno regionale? Io sinceramente non trovo una risposta, almeno per ora.

Le cose cambiano un po' se ci si rivolge all'ambito ristretto di una piccola comunità, una scuola o una struttura universitaria, o anche una piccola isola: potrebbe essere interessante e divertente, e in definitiva poco costoso, realizzare delle microstazioni radio di pochi watt, in grado di coprire un'area locale. Sotto quell'ombrello potrebbero rinascere gli ascolti in cuffia con radio a galena o con i piccoli ricevitori a reazione. Sarebbe istruttivo per allievi di corsi scientifici o per giornalisti in erba, poter gestire una vera stazione radio con palinsesti culturali e musica. Questo probabilmente è un canale che andrebbe incoraggiato, liberalizzando la trasmissione fino appunto a pochi watt in antenna. Per ora anche i 100mW sono proibiti, anche se probabilmente tollerati o del tutto ignorati.

Spero di conoscere altre opinioni in proposito, che volentieri aggiungerei in coda qua sotto. Già so, per esempio, di qualcuno che pensa che le trasmissioni commerciali in AM potrebbero essere economicamente vantaggiose. Mi piacerebbe conoscerne le motivazioni.

Leonardo Mureddu, 14 settembre 2022

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Addendum (15/09/22) - Qualche giorno fa ho ricevuto da Giovanni Lorenzi il link a una pagina di survey sulla situazione di ascolto di trasmissioni in italiano sulle onde medie dalla Sicilia settentrionale: Italiano in onde medie dalla Sicilia (it9tzz.it)

Due lettere (24/09/22)

Carissimo Leonardo, ho letto con interesse e piacere le tue considerazioni riguardanti la dismissione delle trasmissioni in AM. Quello che tu scrivi lo condivido in pieno; quanti ricordi. Partendo dalla locomotiva a vapore si potrebbe fare un infinito elenco delle tecnologie considerate miracolose al loro esordio e divenute obsolete negli anni successivi, soppiantate dai nuovi ritrovati ovviamente destinati a fare la stessa fine trascorso un tempo più o meno lungo... (continua a leggere)

Ho letto con interesse il suo articolo su "le Radio di Sophie" riguardo lo spegnimento delle trasmissioni in Om, e vorrei esprimerle alcune mie opinioni. Il mondo non finisce a occidente, e in effetti in tutto il resto del globo  le OM e le OC vengono utilizzate tutt'ora per mantenere un collegamento con i propri cittadini e per diffondere programmi di informazione musica e cultura spesso di alto livello  e con grandi ascolti... (continua a leggere)

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