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Note sulle misure Inglesi

Carlo Bramanti

Note sulle misure inglesi. 

In meccanica, per viti, maschi per filettare, lamiere o fili elettrici si usano misure aliene alle nostre. Ma non è detto che noi siamo più bravi con i nostri millimetri: sulla Luna ci sono arrivato con i pollici, non certo con i millimetri. Teniamo presenti nelle viti, punte da trapano, lamiere se adottiamo la scala in mm ci troviamo una punta di 2 mm che è troppo più grossa proporzionalmente di una di 1, mentre una punta di 9 è troppo vicina ad una di 10.

Ci siamo adeguati con la normalizzazione, che è approssimativamente una progressione quadratica (o meglio potenza di 1,4), ma varia con i vari standard. Usando la scala dei pollici vediamo una progressione naturale di 1/16, 3/32, 1/8, ¼ ecc che è meglio utilizzabile: ricordiamo la attuale serqua di uova, dozzina di uova, caldarella di calcina ecc. Mio padre in gioventù ha sempre usato pollici e gauge. Non è vero che gli inglesi hanno voluto, come il solito, andare controcorrente, ma fu la Francia, eterna rivale, che in una convenzione a Parigi di fine 800 volle usare il metro per contrasto agli inglesi. Io in Inghilterra ho visto calcolare coi pollici e le loro frazioni senza grandi problemi.

Oltre tutto vediamo che il 10 ha solo 2 divisori, il 2 ed il 5. Il 12 ne ha 4: il 2,il 3, il 4, il 6. Il 16 ne ha tre il 2, il 4, l8. Non troppi anni or sono la lamiera di ottone più comune era 1,6 mm che equivale ad una misura in  gauge (calibro) che significava quanti strati ci sono in uno spessore standard. Ora si trova solo l’1,5 ed io, che restauro antiche apparecchiature, mi trovo piuttosto male. Recatomi da un ferramenta in Inghilterra ho trovato un cartello che mi diceva che non sempre le misure che si richiedevano erano ormai disponibili a causa della metrication  istituita in quel Paese in tempi recenti!

 

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