Tecnica - Le Radio di Sophie - Technics

Edison e la Radio

La Radio per le famiglie esplode in America nei primi anni '20. In quegli anni il grande inventore era all'apice della fama ma... - di L. Mureddu

Aveva portato l'elettricità e la luce nelle case degli americani. Il suo fonografo aveva fornito il primo intrattenimento domestico. Il suo kinetoscopio e la pellicola flessibile erano stati passi fondamentali per la creazione dell'industria cinematografica che aveva conquistato il paese e divertito milioni di persone. La sua auto elettrica era stata a un passo dal competere con le auto a benzina. Altre centinaia di piccole o grandi invenzioni facevano di Thomas Alva Edison un personaggio popolare e molto amato, in quanto aveva aiutato le persone a vivere meglio. In realtà, dietro il nome Edison si nascondeva un'azienda di sviluppo e produzione altamente tecnologica, che contava oltre diecimila dipendenti, tra cui numerosi ingegneri e tecnici specializzati.

Nel dicembre del 1923, sembrava ovvio che la radio sarebbe stata la prossima grande innovazione nel campo dell'intrattenimento accolta dal pubblico. E ciò avvenne rapidamente. Nel 1920, la KDKA di Pittsburgh (che ancora esiste) era stata la prima stazione radio commerciale degli Usa. Due anni dopo erano 30; un anno dopo erano 556. Nel 1922 furono prodotti e venduti centomila ricevitori radio piuttosto rudimentali, a cristallo o con una-due valvole. Nel 1923 ne furono costruiti mezzo milione.

Proprio nel Natale del 1923 un amico scrisse a Edison per gli auguri di rito, ma poi aggiunse:

"...Poco tempo fa sono stato alla fattoria di famiglia per qualche giorno e uno dei ragazzi ha portato giù una radio. Con mia grande sorpresa abbiamo sentito distintamente discorsi e musica da tutto il Paese. La sera di solito ci sintonizzavamo sul William Pitt Hotel di Pittsburgh per ascoltare la loro musica della cena. Allora mi sono chiesto: perché la Edison Phonograph Company non si dedica alla produzione di queste radio? Ogni casa, soprattutto in campagna, dovrebbe avere e avrà una radio e con la tua conoscenza ed esperienza potresti ottenere risultati sicuramente migliori degli apparecchi in commercio. Ti porterebbe ancora una volta il piacere di fare un'altra grande cosa per la gente..."

Edison non sarebbe stato l'inventore della prima radio, come lo era stato nel 1877 con il fonografo. D'altra parte non era stato nemmeno il primo a creare la luce elettrica o il cinema: il suo contributo inventivo era stato quello di far progredire queste tecnologie, rendendole più efficienti e ampiamente disponibili. Tuttavia tra i suoi brevetti ce n'erano già alcuni relativi alla radio, tanto che qualcuno lo considerava il vero inventore. Ma questa è un'altra storia. Qui parliamo di radiodiffusione. Nel dicembre del 1923, le radio erano ancora primitive: se la Edison avesse rivolto il suo genio a quel campo e a quel prodotto, sarebbe stata possibile ogni tipo di innovazione e l'inventore avrebbe potuto godere di una nuova e redditizia era alla fine della sua vita e della sua carriera. Ma, a suo modo, Edison era testardo e, per temperamento, legato alla presunta atemporalità dei suoi prodotti più famosi.  Nella sua lettera di ritorno, l'inventore dichiara all'amico quanto segue:

"Non mi dedicherò alla radio. Finché avrò le mie fabbriche e le mie forze di vendita in uno stato di alta efficienza, la mia politica sarà quella di tenermi lontano dalle novità. Il fonografo consente alle persone di scegliere la musica e gli altri intrattenimenti audio che vogliono ascoltare in un determinato momento, invece di affidarsi ai capricci dei programmatori delle stazioni radio. La mia invenzione è destinata a sopravvivere alla radio effimera".

In questo modo il mondo si perse l'opportunità di avere una radio popolare di marca Edison. In realtà, qualcuno in seguito userà il suo nome nel proprio marchio, ma non c'entra niente con lui. La radio fiorì a un ritmo così rapido che, pochi anni dopo, il presidente Franklin D. Roosevelt scelse le trasmissioni radiofoniche - le sue famose "Fireside Chats" - al posto delle conferenze stampa formali per sedare il panico pubblico durante i giorni più bui della Grande Depressione. Roosevelt spiegò agli assistenti che, secondo lui, più della metà degli americani, soprattutto nelle zone rurali, si affidava alle radio piuttosto che ai giornali per ottenere informazioni cruciali: "Mi sembra che la radio stia... portando alle orecchie della nostra gente questioni di interesse per il loro Paese che si rifiutano di considerare con gli occhi della stampa quotidiana".

Nello stesso periodo, con pochi anni di ritardo la Radio fioriva anche in Europa (la BBC nel 1922), e da allora il mondo non sarà più lo stesso, con buona pace dell'anziano Thomas Edison. C'è da dire, però, che forse alla lunga aveva ragione lui: la Radio sta morendo, mentre i discendenti del fonografo - che permettono di ascoltare la musica che vuoi quando vuoi - sono più vivi che mai. (L.M.)

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