La Tecnica - Le Radio di Sophie - La Storia

I primi anni dell'FM in Italia

 

di Maurizio Nicolussi

 

Questa pagina fa parte di una serie di articoli sulle Radio a valvole AM/FM.

 

Questa e' forse la prima volta che appare la scritta "FM" su una radio italiana (1949)

 

Le radio d’epoca con FM sono un po’ snobbate dai collezionisti, bollate come moderne non vengono degnate di uno sguardo. Scarseggiano quindi anche le informazioni, specie sulla  fase di avvio, sia dei programmi che della produzione industriale.  Da tempo affascinato da questa particolare “nicchia” del collezionismo radio, tento, con questo articoletto, di far partecipi anche gli altri delle mie “scoperte”.

Utilissimi e illuminanti mi sono stati i fascicoli di RADIO, pubblicazione  che nasce  proprio alla fine degli anni ’40. Diretta da Borgogno, nei suoi editoriali, spesso polemici, ritroviamo il clima dell’epoca.

Un’epoca tormentata caratterizzata dalla fase postbellica, la riorganizzazione del servizio radiofonico, la stentata ripresa industriale, la scarsità di mezzi e materiali, le speranze  ecc.  Molto utili anche i bollettini GELOSO, ditta che all’epoca era fra i leader nel settore, utilissimo anche il RADIOLIBRO del RAVALICO dodicesima edizione 1951 vera “Bibbia” dell’ FM prima maniera.

 

Le ragioni di una scelta.

 

Chi acquista un apparecchio radio si ripromette generalmente di procurarsi un mezzo efficace con cui allietare gli ozi domestici (…) Senonchè, allo stato attuale delle cose,il piacere estetico che il radioutente può trarre da queste trasmissioni è molto limitato, se non addirittura nullo, talchè non è esagerato affermare che la radiodiffusione vien meno a uno dei suoi compiti essenziali. La responsabilità della situazione viene di solito accollata a manchevolezze dei programmi o a deficienze dei trasmettitori mentre raramente si accenna a quella che, secondo nostro avviso, è la causa principale: il sistema di radiodiffusione.

(…)  Prendiamo dunque atto con soddisfazione della decisione della Rai di inaugurare entro il 1950 una rete radiofonica a modulazione di frequenza (…) Il successo di questa iniziativa che, per quanto ci consta, è la prima in Europa, dipenderà essenzialmente dall’impegno e dalla serietà con cui i tecnici e costruttori si accingeranno  alla realizzazione dei nuovi apparecchi (….) (Dalla Rivista Radio NR 4 del 1949)

 

La Rai, per  ragioni di carattere tecnico ed allo scopo di giungere con i suoi servizi anche ad aree fino ad oggi poco curate, ha deciso di iniziare la trasmissione di programmi nella gamma fra 88 e 108 Mhz, con trasmettitori a modulazione di frequenza. Queste nuove stazioni entreranno in funzione il 1° ottobre Del c.a.

I programmi irradiati avranno una impostazione essenzialmente culturale e si differenziano dagli altri due programmi (stazioni della rete 1 e della rete 2) per contenuto e per il tipo di preparazione. Le stazioni che entreranno in funzione il 1° ottobre sono le seguenti: Torino, Milano, Roma, Napoli, Firenze, Genova.    (Dal Bollettino tecnico Geloso Nr.    Dell’autunno 1950)

 

La sperimentazione era partita a Torino ancora nel 1949 ma l’evento venne accolto tepidamente sia dai costruttori che dall’utenza. Infatti, sull’editoriale di RADIO nr 4 del ’49, dedicato alla mostra della radio, così si legge:

 

A torto trascurata e quasi assente la modulazione di frequenza.

In questo campo (….) ben poche ditte si preparano; alla mostra solo qualche poco indicato adattatore (…) Perché tante ditte, che si sono fatte in quattro per presentare televisori da vendere, non si sa bene a chi, e solo fra un paio d’anni, non comprendono che le radioaudizioni circolari hanno bisogno di un miglioramento e che questo può essere ottenuto solo con il sistema a modulazione di frequenza?

 "...alla mostra solo qualche poco indicato adattatore..."

 

Ecco, allora, qual’era l’evento che calamitava tutte le attenzioni. La TV; il nuovo mezzo ha, negli Stati Uniti, un successo enorme: 600.000 pezzi venduti nel ’48! L’affare, logicamente, fa gola anche in  Italia, benché l’industria nazionale sia ancora in ginocchio dopo la guerra.

 

Sempre su Radio (Nr 7- ’49) si legge infatti:

Il ricevitore dominante è – e resterà per lungo tempo – il classico 5 valvole. A questo proposito è spiacevole dover rilevare che la più importante innovazione – un buon passo verso la riduzione del costo – non è ancora stata possibile. Da troppo tempo ormai si ha il piacere di ammirare nello Stand FIVRE le valvole “miniatura” quali campioni; i campioni restano tali e il mercato non può disporre in maniera sicura di queste valvole che sono interessantissime per poter costruire gli usuali ricevitori con riduzioni notevoli di ingombro e costo. C’è poi da augurarsi che presto tutti i costruttori possano godere del vantaggio della serie americana o – forse assai più improbabile – della ancor più interessante serie europea “Rimlock” a 6 volt di accensione.

 

E sul numero successivo leggiamo ancora:

Sull’editoriale del numero scorso abbiamo lamentato lo scarso interesse che la nostra industria sembra rivolgere al campo della Modulazione di Frequenza. Alla mostra della radio infatti questa prossima attività degna della massima considerazione anche dal punto di vista commerciale, non è stata posta – in genere – nel dovuto rilievo. Una ditta che va per la maggiore nel campo delle parti staccate – ad esempio – ha ritenuto più utile far colpo con la problematica televisione anziché presentare o preannunciare qualche complesso o relativo materiale particolare atto all’impiego in ricevitori di elevata qualità di riproduzione, basati sullo sfruttamento della FM. (credo che qui si riferiva alla Geloso!)

Deve essere invece citata l’IMCARADIO  di Alessandria di cui non si era detto nell’articolo di cui sopra, per il suo nuovo apparecchio serie “Pangamma” che permette la ricezione sia della normale trasmissione a Modulazione di Ampiezza che di quella a Modulazione di Frequenza.

La Imca Radio IF121 "Pangamma" e la Watt Giubileo sono i primi ricevitori AM/FM commercializzati in Italia

 

Ecco dunque qual è il primo ricevitore italiano con FM!

L’IMCA IF 121 Pangamma.   Ma all’anno 1949 possiamo sicuramente far risalire anche la WATT GIUBILEO FM (La Watt festeggia i suoi 25 anni nel ’49 appunto),  gli adattatori della ditta Torinese  ASTARS ( MOD RG/2) e quello della SAVIGLIANO, forse l’ultima creazione di questa gloriosa casa.

Il convertitore FM della Savigliano

 

Per diversi anni però l’FM sarà solo per pochi, il costo degli apparecchi è alto e il servizio limitato a un programma, fra l’altro nelle prime aree servite (le grandi città) i programmi AM erano ben ricevuti e solo pochi, tecnici o appassionati, affrontavano la nuova spesa.

Quasi tutte le Case all’inizio optarono per adattatori da inserire in apparecchi AM o in mobiletti esterni da collegare alla presa fono. I pochi apparecchi completi AM/FM erano spesso doppi, ossia con sezione AM e FM separate fino allo stadio di BF. Ne risultano così delle radio molto complesse con parecchie valvole. La Pangamma ne monta 13 il Giubileo della Watt anche, il Philips BI700 arriva a 14…

  L'interno della Watt mod. Giubileo (13 valvole). Sulla destra è ben visibile il gruppo ricevitore FM, completamente separato dal resto del circuito

 

Uno dei problemi tecnici più evidenti è la rivelazione,  varie e interessanti sono le soluzioni adottate. Quella che va per la maggiore è il discriminatore con doppio diodo (6H6, 6AL5, EB41) e valvola limitatrice, sistema usato da ASTARS (RG/2),  IMCA PANGAMMA,  PHONOLA 1110, WATT. 

L’uso dell’enneodo EQ80 è limitato a pochi apparecchi, come i Magnadyne FM1 – 4 – 9 ecc. prodotti fra il 1950 e il 1954. Sono apparecchi di grande fascino, adattati sul telaio della serie eptaonda e dallo schema contorto, danno un’idea più del prototipo che della radio di grande serie. Stessa valvola rivelatrice anche per la SIEMENS 841 che monta in finale una vetusta EBL1!

 L'interno della Siemens 841 (8 valvole AM/FM, finale EBL1)

 

LA RIVELAZIONE A ENNEODO: L’ EQ80

 

La parola al Ravalico per la spiegazione di questo rivelatore. (Radiolibro 12 ed 1951)

La EQ80 è provvista di due entrate, una alla terza delle sue sette griglie, e l’altra alla quinta.  A queste due entrate è collegato il trasformatore di MF, un comune trasformatore MF senza il secondario con la presa al centro.  Il primario fa capo alla quinta griglia, ed il secondario alla terza griglia.

Le due griglie di entrata si comportano in modo analogo alla griglia schermo dei pentodi, la quale deve essere sempre a tensione positiva, poiché se è a tensione negativa non consente il passaggio della corrente di elettroni alla placca. Alle due griglie di entrata della EQ80 sono applicate le tensioni alternative del segnale in arrivo; la rivelazione del segnale risulta dal fatto che durante le semionde negative la corrente di elettroni non può giungere alla placca, non vi è quindi corrente di placca, la quale è presente solo nelle semionde positive del segnale.

La tensione alternativa presente ai capi del secondario è in quadratura di fase rispetto quella ai capi del primario, come sempre avviene. Il fatto importante è che tale differenza di fase non rimane costante al variare della frequenza del segnale in arrivo, ma aumenta quando aumenta la frequenza del segnale e diminuisce quando diminuisce la frequenza del segnale stesso.  La corrente di placca varia al variare della differenza di fase tra il primario e il secondario, ossia tra la quinta e la terza griglia, e perciò al variare della frequenza del segnale, in corrispondenza della modulazione. E’ così ottenuta la rivelazione del segnale a modulazione di frequenza (...)

La prima griglia della EQ80 è collegata al catodo, in quanto agisce come la griglia controllo dei pentodi, tenuta a tensione costante. Vi sono tre griglie schermo, la seconda, la quarta e la sesta e vi è la solita griglia di soppressione, la settima.

Come nei pentodi, in cui le piccole variazioni della tensione positiva della griglia schermo non hanno alcun effetto sulla corrente di placca, la EQ80 è praticamente insensibile alle variazioni di ampiezza del segnale in arrivo e quindi ai disturbi. Non è necessario farla procedere da una valvola limitatrice.

 

 

In realtà fin dai primi anni ’50 con la serie americana (12AT7-6BE6-6BA6-6T8-6AQ5 + radd + occhio magico) è già possibile costruire un modernissimo apparecchio AM/FM dotato di rivelatore a rapporto, cioè il classico sette valvole che dominerà il mercato dalla metà anni ’50. Ne è un esempio la UNDA 74/1; questo modello è incredibilmente del 1951 e dimostra come questa casa fosse all’avanguardia nel campo.   Altre grandi case come la MARELLI produssero apparecchi simili solo nel 1955 quando la FM è oramai diffusa con la programmazione completa dei tre programmi RAI e la produzione industriale sforna apparecchi su larga scala.

 

Domino?

La Telefunken Domino è spesso considerata la prima radio AM/FM commercializzata in Italia

 

Spesso si sente dire e si legge che la Domino Telefunken sia stata la prima radio italiana con FM.

Questa credenza deriva da quanto scritto sul libro “Il museo della Radio” ed. Medicea. Si legge infatti a pag.  :  anno 1952 Telefunken Domino autentica primizia una delle prime radio con FM prima con tastiera e prima con frontale in plastica e mobile in legno. Questa dicitura ha indotto in molti a credere che effettivamente sia la prima radio con FM. In realtà questo modello è stato prodotto dal 1955 al 1960 con lievi varianti estetiche e circuitali. E’ forse uno dei primi del genere della serie ANIE ossia della fascia di produzione economica (prezzo max all’epoca 42.000 lire) e forse uno dei primi con estetica alla “tedesca” (detta anche viennetta), stile che poi caratterizzerà tutta la produzione di radio. Non è nemmeno la prima Telefunken con  FM, sul catalogo del 1953 (l’anno del “Giubileo”) non è presente. Ci sono invece i modd. T75 e T85 che infatti presentano caratteristiche decisamente interessanti, due “mostri” insomma. Ma non poteva che essere così! Le valvole Noval della serie per FM stentano ancora,  sul listino Philips del ’53 mancano all’appello diverse sigle che caratterizzeranno i circuiti FM di li a poco.

 

Se vi affascina la tecnica non trascurate le radio tedesche. La Germania è stata una delle prime nazioni a dotarsi di una rete FM vi è di conseguenza una ricca produzione industriale. Pur in ginocchio dalla guerra l’industria tedesca mostra in questo settore fantasia e vitalità. Alcuni modelli sono davvero sorprendenti sia per l’uso delle valvole usate sia per i risultati ottenuti.    

 

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